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Tiziana CarpinelliDoveva essere un passaggio banale in Aula, l'approvazione del bilancio consolidato 2021 è invece sfociata in una sfilza di accuse incrociate tra maggioranza e opposizione sul tema delle partecipate. Complice il "blitz" del dem Paolo Frisenna che prima ancora della discussione del punto 33 ha infilato sotto il naso dei consiglieri la lettera con sollecito di riscontro entro 30 giorni - l'hanno resa fonti terze - inviata da Anac, Autorità nazionale anticorruzione, di cui nulla si sapeva fino a ieri. E che ha determinato proprio in Frisenna, presidente della Commissione VI (Vigilanza), la richiesta «con sollecitudine» di un'audizione dell'esecutivo per «comprendere gli intenti dell'ente e dell'assemblea dei soci di Isontina ambiente», il 14 ottobre alle 18 o, in caso di impedimento dell'assessore, lunedì 17. In estrema sintesi l'Anac rileva nella lettera indirizzata ad Ausir e per conoscenza al Comune di Gorizia, relativa a Isontina Ambiente, «gli elementi di eterogeneità che dovrebbero essere ricomposti in una posizione comune al fine di rispondere in modo puntuale e univoco alla richiesta di adeguamento dei requisiti avanzata da quest'Autorità». Perché nei contributi prodotti da Monfalcone, Gorizia, Staranzano e Cormons «non sembra emergere - scrive Anac - la volontà di un impegno dei soci all'adeguamento del requisito di controllo analogo congiunto». E, osserva sempre Anac, l'attuale assetto societario, con due soli soci a detenere oltre il 50% del capitale sociale, in particolare nella seconda convocazione «non garantirebbe ai soci detentori di quote minoritarie di incidere fattivamente, con il loro voto, sulle decisioni strategiche». Anac, nello scritto, suggerisce anche una via di uscita e chiede riscontro in termini relativamente brevi. Il bilancio consolidato, dunque. Come da relazione dell'assessore Paolo Venni il documento consuntivo di esercizio rappresenta la situazione economica, patrimoniale e finanziaria degli enti strumentali partecipati (Cisi e Coseveg) e delle società partecipate Irisacqua e Isa. Il saldo è attivo per 27.368 euro, ma spalanca l'incognita per il 2022, come rimarcato da Venni, a causa dell'aumento dei costi energetici (+12%). La parola è passata all'opposizione: la capogruppo Pd Lucia Giurissa ha rilevato l'assenza dei revisori e pure dei presidenti di Isa e Iris, contrariamente a quanto annunciato in commissione dallo stesso Venni. Soprattutto ha messo in luce, la dem, al di là di un errore nella trascrizione, la scadenza superata dell'approvazione: ai sensi di legge, il bilancio va infatti approvato ogni anno entro il 30 settembre, pena la sospensione delle assunzioni di personale e della stipula di contratti di servizio per un ente. Sempre Giurissa ha chiesto che Monfalcone assuma «un ruolo» per imprimere «la sterzata che serve nella gestione» delle realtà in house, così da arginare «rischi default delle aziende». Quindi la replica della sindaca, a tratti dura: «Si conferma - così a Giurissa - l'operazione da maestrina della penna rossa. È vero: non abbiamo potuto assumere dal 1° al 5 ottobre, con sabato e domenica in mezzo. Ce ne faremo una ragione. In regione il 95% dei Comuni non ha votato questa delibera. Ma da stasera torneremo ad assumere, pur se abbiamo fatto più concorsi noi in 5 anni che altri». E ancora, ironica: «Una tragedia!». Quindi l'attacco personale: «C'è il parere positivo dei tecnici e dei revisori, espresso ai sensi di legge: dovreste stare tranquilli. Non mi risulta ci sia tra voi un grande economista. Forse qualche commercialista o forse no». Oppure «valenti avvocati che diano una precisa valutazione della norma». «Isa chiude con l'utile di 21 mila euro - sempre Cisint - dopo un periodo di grave difficoltà. Non abbiamo votato il bilancio? Perché siamo in grado di capire quali sono le cose giuste o sbagliate nei documenti. Io tutelo il cittadino di Monfalcone. Per le finanze e il suo valore». Tradotto: certe voci economiche non andavano inserite, se non preventivamente accordate, perché i municipi hanno bilanci autorizzatori. Altrimenti si configura «un danno erariale, un problema grosso davanti alla Corte dei conti che io non voglio il Comune si assuma». «Voi - sempre diretta al centrosinistra - siete stati votati qui e non a Turriaco o Staranzano affinché il nostro cittadino non conti di meno rispetto a quello di un comune più piccolo. Poiché se succede una tragedia noi ne rispondiamo con i numeri di questo territorio, non di un ente minore». Ergo, diversamente da quanto sollevato da Anac, per Cisint è giusto esercitare la leva delle quote e non la filosofia dell'"un voto vale uno". Di qui le spallucce, citando l'assenza dell'Autorità nella gerarchia delle fonti giuridiche. E tranchant: «Non c'è nessuna novità, le sparate si ridimensionano». C'ha pensato però Frisenna a riequilibrare i temi, che «non sono di bilanci consolidati», bensì di «governance» ritenuta «non adeguata da Anac», senza tralasciare il difetto di comunicazione alla minoranza: «Credo sia diritto del Consiglio, che è qui a operare per il bene comune, capire gli intenti». L'ultima stoccata da Giurissa: «Non fa onore la delegittimazione dell'avversario: io posso avere la terza media, pur se ho una laurea, e so leggere gli atti». En passant, il bilancio è stato approvato: 19 sì e 3 no dell'opposizione. --© RIPRODUZIONE RISERVATA