Gas, il governo torna all'assalto dell'Ue un prezzo europeo contro gli speculatori
il casoLuca Monticelli / ROMAL'Italia ci riprova e ha pronta un'altra proposta da portare al vertice dei capi di Stato e governo di giovedì e venerdì a Praga. Non sarà proprio un tetto generalizzato al prezzo del gas come lo aveva pensato Mario Draghi, ma ha l'ambizione di fermare la speculazione e calmierare le bollette di famiglie e imprese. L'idea è quella di definire un indice europeo per mantenere più stabile il costo del metano, che funzionerebbe di fatto come price cap al Ttf di Amsterdam, la Borsa di riferimento per il prezzo del gas naturale in Europa. «La Commissione europea ha preso l'impegno di costruire una bozza di regolamento sul prezzo del gas, noi manderemo la nostra proposta nel giro di 48 ore», annuncia il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso di "Mezz'ora in più", intervistato da Lucia Annunziata. «Stiamo pagando delle bollette impossibili perché le quotazioni del gas sono fatte dal Ttf, un mercato che non ha nulla a che vedere con la situazione reale», continua Cingolani. Il prezzo che da giorni si aggira intorno ai 200 euro a megawattora è frutto di «un processo speculativo non connesso alla domanda e all'offerta, visto che l'Europa ha sì perso 39 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, ma li ha rimpiazzati con altri 45 miliardi di metri cubi. Quindi, essendoci più gas di prima, il prezzo dovrebbe calare, invece aumenta». Mentre resta ancora bloccato il flusso russo che arriva al Tarvisio, l'Italia in questo momento sta addirittura esportando: ieri sono stati registrati oltre 40 milioni di metri cubi di gas per gli stoccaggi e poco meno di 20 milioni esportati verso Austria e Germania. L'ipotesi che sembra «molto ragionevole a tutti gli Stati», insiste Cingolani, sarebbe quella di «indicizzare il prezzo del gas che viene venduto all'Europa agganciandolo a Borse più stabili, facendone una media pesata». I tecnici del ministero, al lavoro sul dossier, spiegano che questo meccanismo sarebbe in grado di creare automaticamente un tetto al Ttf, una fascia di riferimento con un minimo e un massimo relativi al prezzo del metano nel resto del mondo, a cui il mercato di Amsterdam sarebbe chiamato ad adeguarsi. «Il Ttf in passato ha funzionato, ma è il momento di avere un indice europeo più veritiero. Non c'è una giustificazione all'aumento di 8-10 volte del prezzo del gas - continua Cingolani - lo stiamo pagando così tanto solo noi in Europa perché qualcuno ha paura che manchi in futuro. Tutto evolve, le regole vanno cambiate, è assolutamente legittimo mettere dei limiti in Borsa quando c'è un eccesso di ribasso o di rialzo. In più noi siamo in un'economia di guerra, quindi il libero mercato può fare un passo indietro». Questo intervento, unito al disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità e delle rinnovabili, secondo il governo uscente comporterebbe una riduzione delle bollette già nel trimestre successivo. La questione del disaccoppiamento è uno dei punti chiave della battaglia portata avanti da Mario Draghi a Bruxelles, tema che anche la premier in pectore Giorgia Meloni ha messo tra le priorità della sua agenda. In sostanza, sia l'energia elettrica sia quella prodotta dalle rinnovabili sono agganciate al prezzo del gas e questo le rende costose quando invece potrebbero esserlo molto meno. Ora la Commissione sta lavorando proprio per cambiare questo vecchio principio fissato in passato, quando il metano era molto conveniente. I contatti con Giorgia Meloni sugli sviluppi ai tavoli internazionali sono costanti, rivela Cingolani, nell'ottica di una transizione ordinata: «Io rappresento l'Italia ed è mio dovere concordare la linea con il premier Draghi e avvisare chi viene dopo della direzione in cui stiamo andando e per quali motivi. Siccome la direzione è tecnicamente obbligata, chi viene dopo ci riconosce che la strada da intraprendere è questa. Non c'è ideologia». --© RIPRODUZIONE RISERVATA