Caroli: «Chiudiamo 5 hotel i costi sono insostenibili»

Valeria D'Autilia / tarantoServono decisioni da economia di guerra: altrimenti le famiglie (prima) e le imprese (poi) collasseranno. Come è successo a noi». Così Attilio Caputo, direttore generale di Caroli Hotels, gruppo alberghiero pugliese con 275 dipendenti. Insieme ai suoi fratelli è il titolare della storica catena. «Quattro generazioni, quasi 60 anni di attività e mai visto niente di simile». Costi di energia elettrica insostenibili, profitti nulli, l'unica alternativa è la chiusura. La catena è stata spinta a questa decisione dai rincari: «Le nostre quattro strutture nel Salento, per il bimestre luglio-agosto hanno ricevuto una bolletta di 500mila euro. L'anno scorso non superava i 100 mila. E dire che abbiamo anche una certificazione energetica green. Comunque: oggi, per tutelare l'azienda ci conviene chiudere. Non possiamo riversare questi aumenti sui clienti perché non sono in grado di sostenerli. È un disastro totale». Così la visibilità sul futuro si è accorciata: «Per ora - continua Caputo - siamo ancora operativi, gli impegni già in essere verranno rispettati, ma da questo momento non accettiamo più prenotazioni. Lavoreremo per altri 40 giorni, non di più. I dipendenti finiranno in cassa integrazione». Soluzioni? Caputo ci prova: «Il tetto massimo al prezzo del gas e dell'energia. La Puglia è al primo posto in Italia per produzione di energia da eolico e solare e si ritrova a pagare quanto le altre regioni». E lo stato d'animo? «Preoccupazione e amarezza. In gioco c'è tutta una storia e una tradizione di famiglia. Poi la rabbia che non dipende da una nostra inefficienza o da errori di valutazione, insomma dal rischio di impresa. È come se lo Stato ci avesse messo una tassa in più del 500%: fa rimanere allibiti. Il caro-bollette dovrebbe essere la priorità dell'Europa. --© RIPRODUZIONE RISERVATA