Juventus in crisi di identità Ma Allegri resta al suo posto

TORINOPiù che un numero, sembra un incubo. Passare dai zero titoli della scorsa stagione ai zero punti in Champions non è stato immediato, anche perché nel mezzo c'è stata una rivoluzione di mercato con pesanti cifre a sei zeri investite, ma fa male a una Juve che prometteva un cambio di marcia e si ritrova con gli stessi problemi e gli identici dubbi di qualche mese fa. Per questo la protesta dei tifosi è esplosa con forza allo Stadium e sui social, segno che il recente passato non è stato archiviato e i veleni accumulati sono tracimati su una squadra e su un allenatore in piena crisi d'identità. La sconfitta col Benfica apre una voragine sotto i piedi dei bianconeri: non è compromessa solo la qualificazione agli ottavi, ma è a rischio un progetto nato un anno e mezzo fa con il ritorno di Allegri. «Sapevo che sarebbe servito tempo per costruire - ha ammesso l'altra sera - purtroppo non credevo di perdere due gare di fila in Champions». Ieri alla Continassa ci sono stati confronti tra tecnico e dirigenti, ma nessun vertice ufficiale, e l'unico messaggio filtrato dal centro sportivo è la parola "Insieme" allegata all'immagine della squadra che si prendeva i fischi sotto la curva. La Juve non prende in considerazione l'ipotesi di cambiare il tecnico, richiamato nel maggio 2021 per rimettere a posto le cose, però l'ormai celebre battuta dell'ad Arrivabene ha fatto emergere una piccola verità. Cacciare Allegri costa caro, visto che è a libro paga fino al giugno 2025 per 7 milioni di euro netti a stagione più bonus, e i conti (250 milioni di passivo) non agevolano l'ingaggio di un altro allenatore. Avere un contratto per amico può aiutare il livornese, ma non lo garantisce nel caso in cui la situazione dovesse ulteriormente peggiorare con il timore di non finire tra le prime quattro in classifica. Un'iniziale "linea del Piave" è stata fissata per il 13 novembre, quando si fermeranno campionato e Champions per il Mondiale. Lì verrà tracciato il bilancio di metà stagione e i due mesi di pausa possono aiutare a correre ai ripari, in caso di estrema difficoltà o di ricavi europei a forte rischio. Lo scenario è in evoluzione, dunque, e la Juve dovrà dare una prima chiara risposta domenica a Monza. Sulla carta la partita giusta per tornare alla vittoria, contro la squadra di Berlusconi neopromossa e ultima in classifica che farà debuttare l'ex bianconero Palladino in panchina, ma la paura può fare brutti scherzi. I bianconeri non avranno Allegri, fermato un turno dopo gli insulti di all'arbitro Marcenaro, e saranno senza nove giocatori tra infortuni e squalifiche (Cuadrado e Milik, il più in forma). Chissà se le furiose urla del vice presidente Nedved ai giocatori, nello spogliatoio dello Stadium, sortirà l'effetto sperato di dare una scossa a una squadra che finora ha vinto solo 2 partite su 8, dura al massimo 25-30 minuti e presenta pericolose crepe. -- Gia.Odd.© RIPRODUZIONE RISERVATA