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Giulio Garau«Durante la pandemia del Covid il governo aveva concesso di utilizzare i fondi dell'avanzo di bilancio dei Comuni per far fronte all'emergenza, Gorizia in media si trova a gestire almeno un milione di euro ogni anno. Sono soldi che possono essere utilizzati immediatamente, senza gravare sul bilancio dello Stato. Per non parlare dell'Iva sui servizi che potrebbe essere ridotta dal 22 al 4%: con l'aumento dei prezzi lo Stato si troverà con sopravvenienze inattese, potrebbe spendere senza incidere sul bilancio viste le maggiori entrate». Per il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna c'è già una strada tracciata, facilmente percorribile, senza sforamenti di bilancio, per far fronte alla nuova emergenza del rincaro delle bollette di gas ed elettricità. Ne ha parlato, in un ennesimo incontro, stavolta con i colleghi sindaci di Monfalcone, Anna Cisint e di Cormons, Roberto Felcaro. C'è l'urgenza di rendere concreta «una proposta unitaria» per affrontare i rincari che, oltre a pesare su famiglie ed economia, rischiano di mettere in seria difficoltà i bilanci dei Comuni. I tre sindaci hanno deciso di inviare una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi con alcune richieste urgenti per affrontare le conseguenze del caro bollette. «Non è la prima volta che scriviamo a Draghi - continua Ziberna - lo abbiamo fatto già dopo un vertice con il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, quello di Udine Pietro Fontanini e la Regione. Abbiamo mandato una lettera anche al ministro delle Finanze. Proprio oggi (ieri) se non sbaglio c'è l'ultimo Consiglio dei ministri. E noi abbiamo già pronte le richieste e le sollecitazioni in modo che sia una delle priorità del prossimo governo che dovrebbe iniziare a lavorare a fine ottobre». Ziberna, Cisint e Felcaro al termine dell'incontro hanno deciso anche di sensibilizzare l'Anci su questi temi evidenziando «l'assoluta necessità da parte dei Comuni di reperire risorse in grado di coprire i costi più elevati di gas ed elettricità che, in caso contrario, rischierebbero di mettere a rischio gli equilibri dei bilanci». Non si tratta semplicemente di salvare la contabilità degli enti, sottolineano i tre sindaci, bensì di «salvare i servizi ai cittadini» in un momento già difficilissimo per le famiglie e gli operatori economici. E se i Comuni saranno messi in difficoltà, costretti a limitare magari anche «drasticamente» i sostegni alle comunità le conseguenze saranno «drammatiche sotto l'aspetto sociale ed economico». Gorizia ha un milione di avanzo che può gestire in parte per far fronte all'emergenza, se il governo darà l'ok. Cormons molto meno. «Il Comune ha in media un avanzo di circa mezzo milione l'anno - spiega il sindaco Felcaro - quest'anno circa 580 mila euro. Sembrano tanti, in realtà non è così visto che i quattro quinti vanno a copertura delle bollette, in pratica una spesa di almeno 480 mila euro. Resta poco dell'avanzo di bilancio, hanno più facilità di manovra i comuni più grandi come Gorizia o Monfalcone. Felcaro è molto preoccupato non solo a causa dell'aumento dell'energia elettrica e del gas, ma anche dell'esplosione dei prezzi delle materie prime. «Tutti elementi che incidono anche e soprattutto sulle opere pubbliche - aggiunge il primo cittadino - che hanno visto esplodere i budget. Certo, la Regione ci viene di solito incontro con finanziamenti. Ma se mettiamo assieme le varie cose, aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime tutto questo comporta un rischio per il futuro che va ingessare i bilanci dei comuni più piccoli». I sindaci per questo hanno deciso di dar battaglia «in prima linea» stando «vicini alla gente». --© RIPRODUZIONE RISERVATA