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Tiziana CarpinelliDove eravamo rimasti? Allo choc dell'11,41%, il capitombolo del 12 giugno. Con un Partito democratico uscito dimezzato rispetto alle urne del 2016 (21,35%) c'è da lavorare sodo per ricostruire. E, dicono i dem sottobanco, se non ci fosse stato il blitz delle elezioni nazionali anticipate il cambio di passo si sarebbe tentato subito, con un congresso voltapagina appunto a settembre. Non è andata così. E allora a viale Verdi si deve restare, per qualche settimana, ancora a guardare, in panchina. Perché a seconda dell'affermazione o meno del partito, a caduta potrebbero mutare anche gli scenari locali, dove le stanze segrete da mesi registrano divisioni, frammentazioni iniziate dall'espressione di un candidato alle amministrative e culminate nel pasticciaccio brutto delle primarie di gennaio, in piena ondata Covid-19, con elettori barricati in casa dal proliferare dei contagi. L'appuntamento è solo rinviato, comunque. I bene informati danno il congresso cittadino a metà ottobre, probabilmente il 15 o il 16. In pole (altre facce non se ne vedono) c'è Gianfranco Pizzolitto, 74 anni venerdì, da due nonno, per un decennio sindaco di Monfalcone con la coalizione di centrosinistra. Un usato sicuro, come si dice in politica. Il primo a scommettere sulle terme e Marina Julia, vertice Anci, il ricostruttore delle condotte fognarie e della piazza (qui, si deve dire, non tutte le ciambelle sono venute con il buco). A ogni modo un segretario-ponte, e lui per primo non ne fa mistero («mi piace l'avventura di essere nonno e anche se sono reduce da una partita di tennis, la sera inizio a far fatica a uscire», ammette), che vuole tirar fuori il Pd dalle secche dove è rimasto impantanato dagli assottigliati consensi per lasciarlo poi a un «segretario più giovane, che abbia voglia di lavorare». Per quella che sarà poi, nel 2027, la campagna elettorale dei giochi veramente aperti. Pare infatti che diversi dem di profilo si siano sottratti, alle ultime amministrative, alla candidatura, dando la partita con Cisint fin troppo scontata: l'esito ha dato loro ragione, ma può anche questo defilarsi aver contribuito a quell'11,41%? La ricetta di Pizzolitto, «dopo aver raggiungo il punto più basso», è soprattutto «risalire con un progetto attorno al quale costruire un'emozione: se non c'è un disegno, puoi sì continuare a impilare le pietruzze del mosaico, ma sei poco efficace». «Cristiana è stata bravissima, ha fatto una bella compagna - sempre l'ex sindaco -, ma poi i numeri sono rimasti lì, per quella compagine, come nel 2016. L'unica prospettiva di crescita la dà il Pd e allora sì, che con una coalizione, il centrosinistra diventa competitivo». Per lui la segreteria deve tracciare un perimetro, spetta poi ai consiglieri, invece, dibattere su temi specifici e delibere. Politicamente, una segreteria a firma Pizzolitto potrebbe puntare pure a un rapporto più stretto con Articolo 1, secondo gole profonde «finalizzato alla riunificazione». E questo potrebbe far vedere dopo la reggenza "ponte" del due volte primo cittadino un'altra con il volto di Davide Strukelj, già osservato speciale in aula. Pizzolitto su questo non ha nulla da dire all'infuori del fatto che «mi sembra sempre sul pezzo, sta crescendo bene». «È vero - rimarca - che l'ho supportato a suo tempo, ma quando c'è stato da votare in partito ho appoggiato Riccardo Cattarini». «No go fato monade, mi», aggiunge con l'unica concessione, per tutta la conversazione, al dialetto del fu prof e preside alla Randaccio. Su Strukelj smentiranno tutti, ma la manovra non è poi così assurda, dato che è stato uno dei competitor delle primarie, con fronda di supporto interno proprio nel Pd. E Diego Moretti, segretario provinciale che dice? «Pizzolitto, essendo stato sindaco, sarebbe una figura autorevole. Ma qua, certo, c'è bisogno di manovali, non solo di teste pensanti e, soprattutto, di lavorare tutti assieme». Per il consigliere regionale, comunque, è il caso di vedere che scossoni - e indicazioni - daranno le urne nazionali, prima di dire cosa sarà a Monfalcone. Chi invece a rapidi passi, dopo anni di commissariamento, si avvia a congresso cittadino il 24 settembre, proprio nel giorno del silenzio elettorale, è invece la Lega, che vede al momento un solo aspirante alla segreteria: Antonio Calligaris, anche qui un ex primo cittadino, ma di Fogliano. Nella città del cantiere, insomma, si consuma la rivincita degli ex sindaci. --© RIPRODUZIONE RISERVATA