L'Unione in rodaggio non si prende rischi Nelle prossime gare servirà osare di più

Ciro Esposito / TRIESTE La Triestina ha conquistato il primo punto di una stagione che finirà a maggio. Lo ha fatto sul campo di una neopromossa come l'Arzignano-Chiampo. Giocare con le squadre reduci dal salto di categoria è sempre insidioso in avvio, quando hanno entusiasmo, e nel finale di stagione quando di solito lottano per non tornare indietro. L'atmosfera del Dal Molin, con una tribuna gremita e con i ragazzini della scuola calcio a incitare i gialloazzurri, è la fotografia dello spirito con il quale la squadra di casa è scesa in campo. Un tanto basta per valorizzare la prova della Triestina di fronte a un'avversaria molto inferiore sul piano tecnico in conseguenza di un budget che sarà un terzo (o meno) di quello dell'Unione? Certamente no. In questo momento però non c'è da esaltarsi o da deprimersi come spesso legittimamente fanno i supporter alabardati. La Triestina ha rischiato pochissimo. Pisseri, al di là dell'episodio dubbio del gol, ha dovuto impegnarsi soltanto su una conclusione dalla distanza di Casini. La difesa ha fatto il suo dovere protetta dalla mediana e dai terzini Sarzi Puttini e Ghislandi poco propensi nell'occasione agli sganciamenti. Poca vivacità però anche in attacco reso spuntato dagli scarsi rifornimenti tanto che anche il portiere di casa Volpe ha vissuto un pomeriggio tranquillo. La sensazione è che in questo momento Bonatti stia cercando prima di tutto l'equilibrio con giocatori che hanno una condizione fisica e agonistica non omogenea. I più continui al Dal Molin sono stati Sabbione, Crimi, Furlan e anche Ganz. Felici merita un discorso a parte perché in lui si vede il talento e la discontinuità che fanno parte della sua gioventù. I giocatori elencati sono quelli che praticamente sin dall'inizio lavorano con il mister e il suo staff. Ma siccome Bonatti sa che deve fare anche punti in questo avvio di stagione trasmette alla squadra un atteggiamento accorto. Poi dipende dalla forza dell'avversario: con il Pordenone alla lunga la squadra ha subito, con l'Arzignano il controllo è stato quasi totale. Nella partita di sabato si sono consumate tre partite. La prima fase con la Triestina a tenere il pallino senza affondare, poi il vantaggio dei vicentini su un episodio, quindi la reazione degli alabardati e infine il tentativo dell'Unione a inizio ripresa, finalmente con il pressing alto, di affondare ma senza riuscirci. Il tecnico avrebbe potuto cambiare l'inerzia evitando i cambi simmetrici magari rischiando una terza punta e modificando l'assetto. Non lo ha fatto ma siamo certi che lo sbilanciamento non avrebbe ringalluzzito l'Arzignano? In queste due partite il tecnico ha cambiato alcuni protagonisti senza alterare gli equilibri ancora da rodare. È come un pilota che prova la sua auto ma non sa quale possano essere gli effetti di un'accelerazione. La partita di Novara rappresenta un altro step. Si gioca domani e questo crea non pochi problemi ad entrambe le squadre. Il fatto che il Novara sia a punteggio pieno conta solo per il morale dei piemontesi perché due partite alle spalle non forniscono sufficienti elementi per valutare lo spessore di una squadra. Quella del Piola sarà un'altra prova per misurare l'evoluzione di questa Unione totalmente rinnovata per scelta della nuova proprietà. Bonatti vada avanti per la sua strada anche se prima o poi servirà rischiare di più. --© RIPRODUZIONE RISERVATA