Elisabetta

Inviata a LondraLa Scozia piange la sua regina. È il momento del dolore non delle rivendicazioni. La premier Nicholas Sturgeon, fiera indipendentista, ieri ha accolto il corteo funebre al suo arrivo Holyroodhouse, il palazzo reale che sorge proprio di fronte al nuovo Parlamento scozzese. «Un momento triste e toccante in quanto Sua Maestà, la Regina, lascia per l'ultima volta il suo amato Balmoral. Oggi, mentre si reca a Edimburgo, la Scozia renderà omaggio a una donna straordinaria». Più di due milioni di persone si calcola abbiano atteso il passaggio dell'auto che portava la regina, nella bara di quercia coperta dallo stendardo reale scozzese. Il corteo esce dal castello alle 10 in punto, quando il sole si fa strada tra le nubi che hanno coperto il cielo in questi giorni. Per Elisabetta una corona di fiori della tenuta di Balmoral. Sei ore per percorrere 176 miglia attraversando il Royal Deeside, nel cuore delle Highlands scozzesi. Passando per i villaggi abituati d'estate a vedere la regina con i suoi cani corgy, la giacca da caccia, il foulard a coprirle la testa. Il carro funebre rallenta davanti alla Crathie Kirk, la piccola chiesa di granito che Elisabetta II frequentava la domenica durante le vacanze. E dove la principessa Anna ha sposato Timothy Laurence nel 1992. Sono loro che accompagnano Elisabetta in questo lento addio a questi luoghi. Nel piccolo villaggio di Ballater nessuno è rimasto a casa. Questo è forse l'unico posto al mondo dove la regina poteva avere l'ebbrezza della normalità, passeggiando, entrando nei negozi, fermandosi a chiacchierare con la gente del posto che è sempre stata molto riservata e protettiva con quei vicini così speciali. «Ci mancherà», dicono con la consueta riservatezza scozzese. «Quando passerà il feretro di qui sarà dura», ha detto il reverendo David Barr, ministro della chiesa di Glenmuick a Ballater, tornato di corsa dalle vacanze quando ha appreso la notizia, per suonare le campane della chiesa 70 volte. A Balmoral la regina si sentiva libera, conosceva tutti i 60mila acri della tenuta, amava viaggiare con la sua Land Rover attraverso le colline coperte di erica dove spesso gli escursionisti la hanno incontrata. E anche questa ultima estate ha insistito per esserci nonostante i consigli dei medici. Era addolorata di non aver potuto presenziare al raduno di Braemar agli Highland Games, giochi in cui anticamente i membri dei clan mostravano le loro capacità atletiche eleggendo il re capo dei giochi. Elisabetta sapeva come fosse importante esserci, farsi vedere dagli scozzesi, mantenere un dialogo, soprattutto negli ultimi tempi quando gli animi dell'indipendenza si sono accesi dopo la Brexit. In un sondaggio del 2020, il 70% degli scozzesi di età compresa tra 16 e 34 anni auspicava una rottura con il Regno Unito. E, come scrive il Time, un sondaggio indipendente del think tank British Future del maggio scorso ha rilevato come più di un terzo degli scozzesi pensi che quel momento sarebbe arrivati con la fine del regno della regina Elisabetta II, l'occasione per abolire la monarchia e diventare una repubblica. Alan MacDonald, professore di storia scozzese all'Università di Dundee spiega che questa è ben più di una preoccupazione: «Potrebbe accadere». Anche se il fatto che la regina sia morta proprio in terra di Scozia in qualche modo rallenta le rivendicazioni, con il dolore per una perdita che unisce e sollecita emozioni comuni. Ieri un'ennesima cerimonia ha proclamato Carlo re di Scozia. Oggi, invece, ci sarà la "Cerimonia delle Chiavi": un'usanza antica che prevede la consegna delle chiavi di Edimburgo al nuovo re il quale le restituisce alla città affinché le custodisca al meglio. Elisabetta II ha avuto un rapporto forte con la Scozia anche perché la madre, Elizabeth Bowes-Lyon era cresciuta nel castello di Glamis, nell'Angus, da una antica famiglia dell'aristocrazia scozzese. Il sindaco di Edimburgo, Lord Provost Robert Aldridge, ha sottolineato questo legame e «il grande rispetto della gente per lei». Mentre Carlo non è considerato «uno di qui» ed evidentemente non lo è visto che ha scelto come luogo delle sue vacanze Restormel Manor nell'estremo sud dell'Inghilterra. «Charles è un falso scozzese» secondo Clive Irving, autore della biografia non ufficiale di Elisabetta II The Last Queen. «Si mette un kilt, ma non sembra mai davvero a suo agio in Scozia perché non è fondamentalmente incline in quel modo». Anche perché il periodo peggiore della sua vita Carlo lo ha passato proprio in Scozia, nello stesso collegio del padre, Gordonstoun, nella regione della Moray, una boarding school che si vantava di temprare i ragazzi alla durezza. E dove Carlo ha subito atti di bullismo. Ma adesso che è re qualcosa si dovrà inventare per ricucire un rapporto con questa parte del suo regno. Quando il corteo funebre arriva a Edimburgo moltissime persone si affollano ai lati della strada e davanti al castello per portare un fiore, rendere omaggio alla regina. Il portone di Holyroodhouse si apre per l'ultima volta al passaggio della sua regina che qui passava una settimana all'anno, prima di andare a Balmoral, per presenziare a eventi e ricevere persone. Oggi la bara sarà portata nella cattedrale di St Giles con una processione che attraverserà il Royal Mile. Domani sarà invece a Londra, esposta nella cattedrale di Westminster dove lunedì prossimo si terranno i funerali solenni. --© RIPRODUZIONE RISERVATA