La famiglia riunita a Balmoral, tra dolore e antiche ruggini

Il dolore e il vento della fine sospendono le più fiere, come anche le più meschine, contese, soprattutto quando in ballo non c'è solo un affetto e un'eredità personale, ma il destino della monarchia. Tutti a Balmoral, in Scozia, quindi i parenti reali d'Inghilterra a vegliare e pregare, piangere per la regina, madre, nonna zia. L'erede al trono Carlo con la moglie Camilla, la principessa Anna, l'ultimogenito Edoardo con la moglie Sophie di Wessex e il figliol poco prodigo Andrea, duca di York. E William con Kate. Meghan e Harry accorrono dagli Usa per arrivare in tempo e farsi perdonare, o solo perdonarsi. Quanti screzi, rotture, delusioni, dolore, antiche ruggini in questo quadretto di famiglia, in onore a lei, la regina, la madre di tutta l'Inghilterra e per questo forse un po' meno madre dei suoi figli, come ricordano impietosamente le biografie dei Windsor. La verità è che quando c'era in ballo la sopravvivenza della monarchia Elisabetta II non ha mai guardato in faccia nessuno. Lo sa bene Andrea, forse il figlio più amato, anche se guascone, molto poco nobile nei suoi comportamenti, rimosso da ogni impegno pubblico perché «le sue azioni mettono gravemente a repentaglio i Windsor» (coinvolto nello scandalo del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein ha patteggiato un risarcimento di circa 14 milioni di euro con Virgina Roberts, che lo ha accusato di averla violentata da minorenne). Motivo per cui né Carlo né William hanno piacere di incontrarlo e di farsi «inquinare» dalla sua fama. William lo scorso giugno, prima della cerimonia dell'Ordine della Giarrettiera, aveva minacciato: «Se ci sarà il duca di York, io e Kate non veniamo». Così il principe Andrea è stato lasciato dietro le quinte, per ordine di sua madre, la regina. L'intransigenza con cui la Regina ha sempre dato precedenza alla Corona e non agli affetti la conoscono bene Harry e Meghan, privati degli incarichi reali e del cospicuo appannaggio per la loro scelta di ritirarsi negli Usa e rompere, nei fatti, con la famiglia concedendo interviste polemiche e poco regali. Il principio è: «la ditta» va protetta. Chi non lo capisce è fuori. Eppure Meghan era stata accolta con le migliori intenzioni, anche perché portava nella casa reale una ventata di modernità e di principi «inclusivi». All'altare arrivò con Carlo e non con suo padre, il segno delle aspettative che la casa reale aveva su di lei. Invece è stata l'ultima scena armoniosa della famiglia felice prima dell'ennesimo disastro. Perché da quando Diana ha aperto gli argini alla stampa, mettendo in piazza tutti i fatti suoi e dei reali parenti, l'etichetta, la buona educazione e anche l'ipocrisia non sono più stati capaci di arginare l'onda della normalizzazione. E quando un'istituzione arcaica che affonda le sue radici nel privilegio e nel sacro viene normalizzata, la sua fine è solo questione di tempo. Kate lo ha capito, rimanendo sempre una figura glamour ma sfocata. Meghan no, perché alla ribalta personale non rinuncia. Insomma una giungla familiare che solo Elisabetta sembrava saper attraversare. Passato il momento del cordoglio, ci si chiede cosa capiterà e quali nuovi equilibri si costituiranno. Tremano le fondamenta del Palazzo e chissà se Carlo sarà all'altezza del compito con accanto la sua Camilla, la donna per cui ha sfidato sua madre, piegandone la resistenza. Una sconfitta di Elisabetta II, ma sempre in nome della monarchia. Dopo Edoardo VIII non era pensabile un'altra abdicazione, anche se solo di un principe ereditario e alla fine anche Camilla è diventata parte della «ditta», prossima regina consorte. Ha iniziato da qualche tempo a vestire gli abiti pastello della suocera, ma non basteranno solo quelli a convincere gli inglesi. Forse ci riuscirà meglio Carlo che, dopo anni di prese in giro per la sua passione «verde», oggi è diventato un faro della sostenibilità. Un re green si prepara a salire sul trono, non prima di aver fatto un giro per il paese a conoscere e rassicurare i sudditi, come da prassi della successione. E questa estate Carlo ha passato molto tempo a Balmoral, in un'intimità con la madre come non c'era mai stata. Conversazioni con al centro il passato, la famiglia, ma soprattutto il regno. Un testamento morale per colui che dovrà succederle. Consigli di una madre per il suo erede che dovrà cucire ferite e strappi non solo di una nazione, ma anche di una famiglia. Ci sono William e Harry da riavvicinare. Non un'impresa facile, perché ormai la distanza è tanta e nemmeno la morte dell'amato nonno Filippo è riuscita a farli ragionare. Non è facile essere il fratello numero due, non lo è stato per Margareth la sorella di Elisabetta (il personale di Buckingham Palace la chiamava P2, princess 2) e non lo è per Harry. Soprattutto non lo è e non lo sarà per Meghan che non ha nessuna intenzione di fare da tappezzeria alla cognata Kate Middleton, da questo momento ancora più vicina al trono di Inghilterra. Anche se Regina nel cuore degli inglesi ce ne sarà sempre e solo una: Elisabetta II. Un addio che lascia orfana una nazione. --© RIPRODUZIONE RISERVATA