Si torna al tavolo romano Giorgetti convoca azienda e sindacati

Elisa ColoniLo hanno invocato per giorni da più parti e ieri è arrivata la conferma: mercoledì 7 settembre, alle 15, è convocato il tavolo al Mise, presieduto dal ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Si torna quindi al tavolo dopo quello del 27 luglio, finito con la linea ferma di Wärtsilä sul piano dei licenziamenti e la dura reazione delle Istituzioni. La notizia è arrivata ieri, giornata caratterizzata da una serie di incontri in Prefettura e in Regione.Il primo, nel Palazzo del Governo, ha visto i tre segretari provinciali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, assieme ai tre rappresentanti delle Rsu, confrontarsi con il prefetto Annunziato Vardè sul piano proposto dalla multinazionale finlandese, sulle modalità attraverso le quali lavoratori e sindacati intendono portare avanti la protesta, e sulla richiesta della convocazione del tavolo al Mise (convocazione ufficializzata poche ore dopo, con «soddisfazione» dello stesso prefetto).In tarda mattinata i rappresentati sindacali hanno attraversato piazza Unità per incontrare, in Regione, il presidente Massimiliano Fedriga e l'assessore al Lavoro Alessia Rosolen, che hanno comunicato loro, appunto, il tavolo a Roma il 7 settembre. Il tavolo nazionale su Wärtsilä è stato richiesto dallo stesso governatore e accolto dal ministro. Da parte dell'Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia è stato ribadito il «pieno appoggio alla difesa dei posti di lavoro e di una sede industriale strategica per l'economia regionale e nazionale». A tale proposito è stata confermata la presenza del governatore alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil per sabato a Trieste.La notizia della convocazione del tavolo è stata accolta come un segnale positivo da parte dei rappresentanti dei lavoratori, pur nella consapevolezza che la strada è tutt'altro che in discesa. Ancora da capire, tra l'altro, se il top management del gruppo nordico - invitato a Roma - sarà presente o meno, assieme agli altri interlocutori certi, ossia Regione e parti sociali. Contattata ieri in merito, l'azienda non ha fornito alcuna indicazione.Appare improbabile, o perlomeno difficile, che il 7 settembre si possa arrivare a una svolta, a meno che Wärtsilä non sparigli le carte annunciando a sorpresa il ritiro del piano (ipotesi per ora alquanto remota). Però i sindacati non intendono mollare la presa: «È quello che chiederemo - ha dichiarato Antonio Rodà, segretario provinciale Uilm - perché il nostro obiettivo è uno: il ritiro del piano. È un piano irricevibile, con tempi troppo stretti per aprire un qualsivoglia ragionamento sul dopo. Non ci accontentiamo di palare di ammortizzatori sociali, ma vogliamo risposte su lavoro e prospettive industriali. Lo chiederemo anche al ministro Giorgetti, che ha sempre parlato di distretto industriale del mare: quel progetto è ancora valido? Esiste un piano di valorizzazione industriale di quell'area?».Ma ieri sul tavolo, questa volta triestino, del prefetto Vardè, c'erano anche altre questioni. Il rappresentante del Governo ha infatti ribadito la vicinanza delle Istituzioni e della città intera ai lavoratori e la loro protesta «legittima», chiedendo però che qualsiasi azione «rientri sempre nell'alveo della legalità». Una richiesta cui i sindacati hanno risposto con toni concilianti, nel quadro di un incontro che Vardè ha definito «sereno e proficuo». «Da parte nostra - ha garantito Marco Relli, segretario territoriale Fiom - non prevediamo alcuna azione al di fuori della legge», come blocchi stradali o simili contro il ritiro dei motori da parte dei coreani di Daewoo. Posizione ribadita da Rodà («nessuno vuole esporre i lavoratoti a rischi legali, tantomeno mettere a rischio la loro incolumità»), e di Alessandro Gavagnin, segretario della Fim Cisl, che ha ricordato la richiesta avanzata al prefetto di mediare per fare chiarezza anche sul tema della proprietà dei 12 motori realizzati da Wärtsilä per Daewoo (nel servizio in basso).Presenti all'incontro, come detto, anche le Rsu, con Fabio Kanidisek (Fim Cisl), Andrea Dellapietra (Fiom) e Giacomo Viola (Uilm), che durante l'incontro si sono soffermate, oltre che sul tema del piano e sul tavolo a Roma, sul corteo di sabato a Trieste, per il quale si sta mettendo a punto la macchina organizzativa (dettagli nell'articolo a fianco). Sempre ieri, alle 14, hanno poi illustrato l'esito o dei colloqui all'assembla dei lavoratori a Bagnoli. --