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Alessandro Barbera / ROMA«Con quale credibilità chi trentasette giorni fa ha fatto cadere il governo Draghi pretende oggi dal governo Draghi misure per la crisi energetica?». Il segretario Pd Enrico Letta posta la domanda provocatoria su Twitter e tagga tre nomi: Salvini, Berlusconi, Conte. Fra troppe chiacchiere la prima campagna elettorale estiva della storia repubblicana passerà alla storia per un problema serissimo. Domani Mario Draghi tornerà a tempo pieno a Palazzo Chigi per preparare un intervento di emergenza contro l'aumento incontrollato dei prezzi del metano. A disposizione ci sono circa otto miliardi, ma i partiti premono perché sia del doppio. L'accusa di Letta a chi ha prima innescato (i Cinque Stelle) e poi prodotto la crisi (il centrodestra) è difficile da contestare. Il leader Pd non considera fra loro Giorgia Meloni, a conferma della tesi per cui la leader di Fratelli d'Italia, colei che avrà il massimo ritorno elettorale, non voleva andare al voto in autunno, all'inizio di una stagione in cui la strategia di logoramento di Vladimir Putin verso l'Europa sarà efficacissima. L'unico che risponde direttamente a Letta è il leader Cinque Stelle: «Mentre noi incalzavamo Draghi proponendo soluzioni straordinarie forse tu eri distratto tra furia bellicista e inceneritori da piazzare nei decreti». Il leghista Salvini evita la domanda: «Ho fatto il fioretto di non rispondere agli insulti anche oggi, lo fanno perché hanno capito che vanno a casa». Berlusconi fa finta di nulla, insiste nel chiedere un decreto e anzi polemizza con il leader del Terzo Polo Carlo Calenda che ha ribadito la richiesta di fermare per un giorno la campagna elettorale per sedersi intorno a un tavolo. In sintesi: sul gas la politica sta pagando tutte le sue ipocrisie. Lo testimonia anche un episodio rivangato dall'ex leader dei metalmeccanici Cisl (e ora candidato Pd) Marco Bentivogli: «La Meloni ha detto che per risolvere il problema basta usare le trivelle che non usiamo per colpa del no a tutto. Strano, proprio loro che nel 2016 erano favorevoli al referendum per fermare le trivelle». Nota a margine: il programma del Pd non fa cenno all'aumento della produzione di gas nazionale dai fondali marini. Gli alleati di sinistra (Verdi e Sinistra italiana) sono contrari. --© RIPRODUZIONE RISERVATA