Il duro lavoro dei pompieri evitò per poco un disastro

«Come un pignarûl della Befana, ma a settembre», aveva osservato così, nella notte brutta alla Marcelliana, un soccorritore in divisa. Un impressionante rogo di fuoco. Sirene a tutto spiano lungo la città: da Cervignano, Opicina, Gorizia, ovviamente da Monfalcone, per debellare il devastante rogo, di cui, nell'immediatezza dei fatti, subito non si era esclusa la possibile origine dolosa. Era parso difficile, infatti, immaginare che conifere perenni di quella stazza, deposte nel 1901 su quello che fu il primo cimitero fuori dalle mura ecclesiali di Monfalcone, potessero prendere fuoco in autonomia, peraltro in orario serale. Le due volanti della Polizia dal commissariato di via Foscolo e la gazzella dei carabinieri, con i loro uomini, avevano avuto il loro bel daffare per tenere lontani i cittadini, assiepatisi in consistente numero lungo via Manlio e via Grado, spinti dalla curiosità di vedere cosa stesse precisamente accadendo. Anche il sindaco Anna Cisint, che risiede a Panzano, era accorsa. Le forze dell'ordine avevano provveduto a transennare il giardino e a interdire la circolazione, pronte anche a far evacuare le famiglie del condominio prospiciente il parco, sempre su via Manlio. A un certo punto, infatti, quando il cipresso più prossimo era rimasto avviluppato dalle fiamme la pioggia di scintille cadute sulla strada era diventata così consistente da mettere a rischio gli alberi del cortile privato, con il rischio di innescare un incendio a catena, poi per fortuna evitato. --T.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA