Brucia il bosco sopra Gorizia

Elisa ColoniSi sperava potesse essere il giorno della svolta, e invece no: non è ancora tregua. Anzi, la Regione si prepara ad affrontare giorni di fuoco e stanzia altri 838mila euro, perché «le condizioni meteo sono particolarmente favorevoli all'innesco di nuovi roghi». È ancora guerra contro il fuoco. Benché i collegamenti ieri siano stati tutti ripristinati, ferrovia compresa, togliendo Trieste dall'isolamento nel quale era piombata negli ultimi giorni, i boschi della regione continuano a bruciare, seminando devastazione, polveri, paura. Le fiamme divorano la Val Resia e la zona di Prepotto in Friuli, non mollano completamente la presa sul Vallone e aprono un nuovo fronte di crisi, arrivando alle porte di Gorizia, nei boschi tra la località slovena di Merna e quella italiana di Rupa, frazione di Savogna d'Isonzo, sulla linea di confine, a due passi dallo stabilimento della Kemica. Un fronte che fa paura, perché i paesi sloveni di Opacchiasella, Nova Vas e Hudi Log sono stati evacuati. Basta che giri il vento e tutto può cambiare.E, come se non bastasse, si accendono qua e là altri piccoli focolai sul territorio regionale, che tolgono mezzi e uomini, come successo sotto Contovello: una squadra dei Vigili del fuoco di Trieste ha domato faticosamente un rogo in una zona impervia, dove è stato necessario procedere a piedi, con il supporto della Protezione civile, visto che il grosso delle forze è ancora impegnato nell'Isontino. Un incendio di piccole dimensioni, quello sopra il mare di Barcola, ma comunque troppo vicino alla città in queste ore di allerta per non finire osservato speciale. E intanto a Trieste il Comune continua a consigliare di indossare le Ffp2.Il Fvg, dunque, dal Carso al Friuli, rimane nella morsa del fuoco, nonostante il lavoro incessante di centinaia di uomini e donne tra Vigili del fuoco, Protezione civile, Corpo forestale regionale, volontari Antincendio boschivo, forze militari e di polizia. Da qui la decisione, annunciata dal vicegovernatore Riccardo Riccardi, di firmare un decreto per un ulteriore impegno di spesa pari a 838 mila euro a carico del Fondo regionale per la Protezione civile, «a causa della sfavorevole congiuntura climatica in atto. Le condizioni atmosferiche continueranno a essere particolarmente favorevoli all'innesco di nuovi roghi anche per i prossimi giorni, con temperature che raggiungeranno i 40 gradi - ha spiegato l'assessore -. Sarà necessario incrementare gli interventi. Da qui l'esigenza di rafforzare la presenza dei mezzi aerei con il concorso della Provincia di Trento attraverso un elicottero messo a disposizione dell'Amministrazione. Inoltre è urgente mettere in sicurezza i versanti a monte delle viabilità per mitigare il rischio di cadute di massi. Vanno realizzati percorsi alternativi di collegamento con i nuclei abitati isolati, oltre a provvedere al taglio della vegetazione instabile che potrebbe cadere sulle carreggiate. Fino alla fine dello stato di emergenza il sistema regionale potrà contare su cinque elicotteri».La situazione più grave, ieri, nella montagna friulana, in Val Resia e a Prepotto. Invece, nella zona di Doberdò, dove il fuoco si è lasciato alla spalle una plumbea devastazione, i focolai sono quasi tutti sotto controllo: si opera ancora, le fiamme non sono completamente spente, ma la situazione «è migliorata», afferma Riccardi. Restano i 300 sfollati da far tornare a casa: «In queste ore decideremo cosa fare». Ma a preoccupare, verso le 17.30, è stato anche il Goriziano, con un nuovo fronte del vasto incendio che da giorni sta devastando il Carso al confine tra Italia e Slovenia. La zona interessata è quella limitrofa allo stabilimento italiano della Kemica, a Rupa, a due passi dalla slovena Merna. Arrivano i pompieri italiani con 25 mezzi, 58 operatori, un direttore delle operazioni di spegnimento aereo e un funzionario di guardia. Il supporto aereo è fornito con un elicottero dei Vigili del fuoco e tre della Protezione civile. L'incendio è sotto controllo ma l'attenzione rimane alta. In merito ai collegamenti, ieri alle 10 circa è ripresa, in entrambe le direzioni, la circolazione dei treni tra Trieste e Monfalcone: per tutta la notte tra giovedì e venerdì 100 tecnici di Rfi hanno lavorato per riparare i circa 5 chilometri di linea danneggiata (danni che ammontano a 320 mila euro).