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Gianfranco Terzoli"Una raccolta di poesie che offre la possibilità, attraverso un percorso poetico intenso e vasto, di riappropriarci di un linguaggio che non relega la poesia alla sola arte del racconto, dell'amore e della descrizione dei sentimenti. Poesie in cui scorrono tutte le domande fondamentali dell'uomo; perché esistiamo, perché la morte, la sofferenza, qual è il nostro cammino, l'interrogativo sull'esistenza (o l'assenza) di Dio". Descrive così Lidia Siri le poesie racchiuse nel libro "Dialoghi con me stesso" (stampato in proprio, 2021) di Ennio Furlani, medico, psicologo, presidente dell'associazione Donatori Sangue Trieste e vincitore di numerosi premi letterari e di poesia. Copie del volume sono disponibili nella sede di via Jacopo Cavalli 2/A. "La sua - recita ancora la prefazione - è una poesia che è filosofia; puro interrogarsi dell'uomo di fronte all'esistere e all'esistenza, narrato senza fronzoli, senza sconti, senza filtri edulcoranti. La sua poesia è uno spazio di ricerca personale dove il mondo descritto, in cui ci addentriamo, ci appartiene, e noi, a lui. Nelle parole delle sue poesie tutto è proteso a indicare un significato che rimanda alla dimensione dell'aldilà di ciò che appare, al significato profondo dell'immanenza. Nell'indicare l'oltre, tuttavia, il mondo poetico di Furlani è reale, materiale, non astratto. Molte poesie di questa raccolta sono dedicate al tempo collettivo, segnato da guerre, da rivoluzioni culturali e sociali, dalle nuove tecnologie". "La peculiarità della poesia di Furlani - aggiunge Siri - è proprio questa: la capacità di forzare le immagini e i suoni all'improvviso, con versi brevi e parole spezzate, al fine di trascinare il lettore in una riflessione che si sganci dalla lettura superficiale degli eventi e si proietti in una dimensione più profonda. Si può dire che "Dialoghi con me stesso" sia il quaderno di appunti di una vita intera. La vita di un uomo che in queste pagine consegna tutto il suo bagaglio di saperi a chi vorrà, nella lettura, dialogare con lui".Ma perché "Dialoghi con me stesso"? «Quando siamo bambini - risponde Ennio Furlani - non abbiamo la sensazione di parlare a noi stessi in ogni istante della vita». «Credo - continua Furlani - sia molto difficile dare una definizione appropriata del termine poesia. La persona che viene definita poeta parla con se stesso, ma è un soggetto che si rivolge anche al mondo finché è su esso, e, forse, anche oltre, per chi crede che dopo la vita ci sia un qualcosa». «È - prosegue Furlani - un libro in cui ho voluto raccogliere alcune mie riflessioni e che tratta di moltissimi argomenti di vario genere, su ognuno dei quali il lettore, a seconda del proprio interesse, può focalizzare l'attenzione. Ho già ottenuto riscontri positivi da un pubblico estremamente eterogeneo che mi ha riferito di averlo apprezzato e spero quindi che chiunque lo legga possa trovarvi degli spunti di riflessione». --