Siglata l'intesa con Roma Decolla il progetto della Valle dell'idrogeno

Diego D'AmelioIl governo Draghi dà la sua benedizione al progetto di Hydrogen Valley transfrontaliera messo in campo dalla Regione nell'ambito del Pnrr. Ieri il governatore Massimiliano Fedriga ha firmato il protocollo di collaborazione con i ministeri della Transizione ecologica e della Ricerca, alla presenza del presidente del Consiglio, nel corso della cerimonia in cui sei Regioni italiane hanno formalizzato i rispettivi "progetti bandiera", nati nel solco del Recovery Plan. Draghi ha parlato di «progetti di grande interesse territoriale e nazionale», assicurando il massimo sostegno dell'esecutivo ai territori coinvolti. Quelli di ieri sono stati i primi 6 dei 21 progetti bandiera che verranno ufficializzati nei prossimi mesi. «Abbiamo presentato - ha sottolineato Fedriga prima delle firme - un progetto per l'Hydrogen Valley. È la prima Hydrogen Valley europea. È l'inizio di un percorso dell'unica esperienza continentale che guarda a tre paesi e alla possibilità di un approvvigionamento energetico attraverso l'idrogeno verde in quest'area geografica europea». L'incontro di Palazzo Chigi è servito a dare il via alla costituzione di cinque diverse valli dell'idrogeno, di cui quella del Friuli Venezia Giulia è l'unica a poggiare sul coinvolgimento di partner stranieri come Slovenia e Croazia. Le altre nasceranno in Piemonte, Umbria, Puglia e Basilicata: ciascuna dovrà trovare la propria specializzazione tra usi industriali, impiego nei trasporti e nel campo civile. Presente ieri anche la Liguria, interessata però alla firma di un protocollo legato alla creazione di un centro di medicina computazionale. Ogni territorio avrà infatti il proprio progetto bandiera, che la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha definito come «un progetto simbolico che rappresenterà l'eredità positiva di questa difficile stagione pandemica». Per le cinque Regioni delle Hydrogen Valley lo scopo è dar vita a una filiera dedicata alla produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse, oltre ad attività di ricerca e sviluppo su una delle fonti energetiche individuate come protagoniste della transizione ecologica promossa dal Pnrr. Governo e Regioni si impegnano nei protocolli a lavorare affinché il progetto sia condotto nei tempi fissati dal Piano europeo, facendo dell'idrogeno un elemento cardine della produzione industriale del futuro. Fedriga ritiene che la valle transfrontaliera genererà «nuova attrattività, nuove imprese insediate, maggiore occupazione, opportunità importanti per imprese esistenti, che avranno a disposizione fonti energetiche alternative a quelle tradizionali. È un cambio storico, una svolta importante per l'economia sostenibile, per l'approvvigionamento energetico alternativo alle fonti tradizionali: temi particolarmente importanti anche viste le tensioni internazionali e la difficoltà nell'approvvigionamento». L'obiettivo è ambizioso, ma le risorse economiche per centrarlo sono ancora da definire, anche se il Piemonte già calcola di poter fruire di 70 milioni Pnrr e investirne altri 80 di risorse proprie. Di certo c'è che l'Italia a stanziato quasi 4 miliardi sullo sviluppo dell'idrogeno in tutto il territorio nazionale. Un'attenzione particolare verrà dedicata alle regioni che ne hanno fatto il proprio progetto bandiera e che riceveranno risorse per convertire aree industriali dismesse (lo sguardo pare orientato su Gorizia) e finanziare progetti attraverso bandi rivolti a enti pubblici e privati. I primi 500 milioni sono pronti a essere assegnati. I protocolli sottoscritti ieri rappresentano per Draghi «un passaggio importante nell'attuazione del Pnrr. La scelta di farlo a Palazzo Chigi è un segno dell'importanza che il governo dà alle Regioni e agli altri enti territoriali nell'attuazione del Piano». Secondo il premier, «i "progetti bandiera" intendono premiare le capacità creative degli enti territoriali, rafforzare la coesione sociale e territoriale il progetto delle Regioni Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia punta a realizzare siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse e contribuisce a stimolare la crescita, a creare occupazione. Ci avvicina ai nostri obiettivi energetici e climatici, che il governo è determinato a mantenere e anzi a perseguire con sempre maggiore convinzione». Per il ministro Cingolani, gli accordi sulle Hydrogen Valley mettono l'Italia «in linea con i migliori paesi d'Europa, in un settore che è strategico per il futuro. Saranno distretti per l'idrogeno verde, che è prodotto con la tecnica dell'idrolisi, che dovrebbe essere alimentata a sola energia elettrica verde». Cingolani ha chiarito che ci sono «due target: un primo a scadenza nel 2023, uno a più lungo termine a giugno 2026». Il primo passo sarà «identificare le zone industriali dismesse in cui costruire» i distretti per l'idrogeno, che dovranno «produrre meno di 3 tonnellate di anidride carbonica per tonnellata di gas» e arrivare «nel 2026 tra 1 e 5 megawatt di potenza totale». --