«Su Lilly non ho inventato nulla Nessuno potrà più insinuarlo»

Laura Tonero«Finalmente nessuno potrà più darmi del bugiardo e dire che mi ero inventato o che avevo ingigantito la mia storia con Liliana». Claudio Strepin si toglie qualche sassolino dalla scarpa, forte di quei messaggi riemersi dalle analisi disposte sui telefoni cellulari della Resinovich. «La cosa non mi consola, perché dal quel 14 dicembre mi sveglio ogni notte pensandola», ammette lo stesso Sterpin: «Quando qualcuno sosteneva che io dicessi frottole, la cosa mi entrava da un orecchio e usciva dall'altro, perché sapevo che prima o poi la verità sul nostro rapporto sarebbe emersa, come quella sul rapporto logoro tra Lilly e il marito. Ora aspetto che venga accertata anche quella sulla sua morte». Ma c'è un altro dettaglio che continua a ronzare nella testa di Sterpin, e che non gli dà pace: «Quel giorno - ricorda - quando mi ha chiamato alle 8.22, dopo avermi detto che averebbe tardato di una mezz'ora, perché sarebbe passata alla Wind, ha finito la telefonata con un "Ghe ne parlemo dopo", facendomi intendere che era successo qualcosa, un qualcosa che mi avrebbe riferito al suo arrivo a casa mia. Quella frase mi gira ancora nella testa». Su quelle 1.100 telefonate tra lui e Liliana, ora estrapolate dalla memoria del telefono della 63enne, l'ex maratoneta spiega che «non fanno riferimento solo ai tre mesi e mezzo che hanno visto modificare la nostra relazione. Io e Liliana, anche prima che lei lo scorso settembre mettesse per la prima volta piede a casa mia, ci sentivamo e talvolta ci incontravamo per un caffè. Eravamo entrambi sposati, allora, e solo a mesi di distanza dalla morte di mia moglie, lei si era sentita più libera di scegliere un'altra vita».E quella ricerca su Google per trovare un appartamentino tra i 40 e i 60 metri quadrati? «Lo cercava per il marito», sostiene Sterpin: «Cercava un alloggio più piccolo di quello dove vivevano, con un canone d'affitto più basso, da offrire come soluzione a lui, per non lasciarlo in "braghe di tela", come si usa dire, dopo la separazione». Visintin - che riferisce ora di non voler più rilasciare dichiarazioni alla stampa - aveva raccontato invece che lui e la moglie cercavano insieme una soluzione abitativa diversa, tanto da chiedere informazioni sulla casa di via dei Giaggioli dove Liliana era cresciuta. Tornando sul rapporto tra Liliana e il marito, Sterpin sostiene che amici di Romans d'Isonzo della coppia «hanno riferito che già oltre due anni fa Visintin li aveva chiamati, raccontando di una crisi tra lui e Lilly, invitandoli a passare qualche giorno insieme per poter risollevare la coppia: io allora non c'entravo nulla e loro già litigavano, quindi non ero io la causa dei loro problemi». Stasera, anche la trasmissione Rai "Chi l'ha visto? " tornerà a occuparsi del caso Resinovich, approfondendo proprio gli aspetti legati a quello che è emerso dalla memoria dei telefoni della donna.--© RIPRODUZIONE RISERVATA