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Crisi internazionaleIn Europa tutto è cambiatoIl mondo guarda con occhi diversi l'Europa, in cui per anni si è assistito all'incapacità del Vecchio continente di condividere una comune politica estera, una comune difesa. Quando il presidente russo Vladimir Putin ha invaso l'Ucraina, tutti hanno pensato che l'Unione europea avrebbe condannato la Russia continuando a fare affari. È andata così all'inizio con domande sulla volontà della Germania di fermare il gasdotto Nord Stream 2 e lo scetticismo che le nazioni europee sarebbero state in grado di adottare sanzioni verso Mosca, ma la ferocia dell'assalto russo ha risvegliato l'Europa dal suo sonno trentennale post Guerra Fredda. La decisione unanime con cui l'Unione europea ha adottato dolorose sanzioni economiche per schiacciare l'economia russa e armare Kiev ha scioccato il mondo e Putin stesso che non si aspettava una tale reazione da parte del cosiddetto Vecchio continente. Nessuno immaginava la trasformazione della Germania con il nuovo cancelliere Olaf Scholz. Berlino ha voltato le spalle alla sua storica avversione all'invio di armi nelle zone di conflitto, dovuta alla sua vergogna per un passato militarista.La Svizzera neutrale ha aderito alle sanzioni. L'Italia con il governo Draghi ha deliberato l'invio di armi. I Paesi confinanti con l'Ucraina cioè Polonia, Romania, Moldavia, e i Paesi Baltici sono stati al fianco dell'Ucraina da subito, accogliendo milioni di donne, bambini, anziani fuggiti dalla furia distruttiva di Putin. Una svolta contro il barbaro dittatore che minaccia la pace.La guerra nel cuore dell'Europa ha mandato in frantumi le illusioni di pace e il senso di sicurezza in un continente dove le pagine della storia sono ancora imbrattate dal sangue di milioni di persone. Ha portato alla luce il trauma legato al secolo scorso che è ancora palpabile a quasi 80 anni dalla Seconda guerra mondiale e 30 anni dopo la caduta dell'Unione Sovietica. Negli Stati Uniti, la Seconda guerra mondiale è considerata un trionfo storico, quando la "Greatest Generation" ha reso il mondo sicuro e libero. In Europa al contrario fu un periodo di carneficina, distruzione totale, uccisioni di massa di civili, guerra civile tra amici e fratelli della stessa nazione, occupazioni e collaborazionismo. Le cicatrici del passato sono ancora aperte. Basta camminare lungo una tranquilla strada di Parigi o Roma e alzando lo sguardo vedere una targa in memoria dei combattenti della Resistenza fucilati in quel punto dai nazi-fascisti. Puoi entrare nelle camere a gas naziste per documentare l'orrore dell'Olocausto.I turisti camminano ancora lungo il tracciato del Muro nella splendida e unificata Berlino. Le immagini degli ucraini che si rifugiano nelle stazioni della metropolitana, quelle terribili di Bucha con cadaveri per le strade e fosse comuni, hanno provocato orrore e sdegno nel mondo. Stiamo assistendo a quella che giudico una carneficina voluta da Putin che ha frantumato i confini del mondo del dopo Guerra Fredda. In Europa ora tutto è cambiato.Enzo SossiUcrainaLa gastronomiapuò aiutareEgregio direttore,Trieste, come l'ha definita Jan Morris, è un "non posto", perché ha tanti posti da essere indefinibile. Approfittando di ciò penso che sarebbe una buona occasione per qualche signora ucraina esperta di cucina e accordandosi con una delle tante trattorie locali, per farci conoscere l'ottima cucina ucraina, compreso il Borsch o il fantastico "pollo alla Kievski". Sarebbe anche un segno di partecipazione alle loro vicissitudini del momento.Tullio DodiniPolitica "Il mariuolo "e PutinGentile direttore, all'inizio delle vicende legate a Mani Pulite, Mario Chiesa, a quel tempo direttore del Pio Albergo Trivulzio, fu sorpreso con le mani nel sacco ad incassare una tangente, per favorire imprenditori amici. Craxi in quell'occasione lo "bollò" con il nomignolo di mariuolo (come diminutivo di Mario e per sminuire la portata del fatto). Come poi sia andata lo sappiamo tutti. Grande fatica invece deve avere provato il presidente di Forza Italia, dopo un silenzio che dire imbarazzante è poco, a trovare una parola per cercare di separare la sua persona dal dittatore (violento e aggressivo) di nome Putin.L'ha trovata dichiarandosi "deluso" dal suo comportamento. È un aggettivo usato a mio avviso da un innamorato, non da un politico navigato; la storia poi farà il resto.Iginio ZaniniVia ValdoniCi sono alternativealle multeLe alternative al divieto di sosta ci sono.Invece di farsi multare per divieto di sosta in via Valdoni bassa, i dipendenti Asugi potrebbero parcheggiare gratis in via Valdoni alta. Lì hanno due siti a loro riservati: o gli stalli a raso lato pineta o il seminterrato del dirimpettaio autosilo. Una terza possibilità, sempre gratuita per loro, sarebbe il grande parcheggio dipendenti condannato a sparire per la costruzione del nuovo "Burlo" tra la pineta, Anatomia patologica, la torre chirurgica e la chiesa. Insomma: a Cattinara di posti i dipendenti Asugi ne trovano sempre, da una parte o dall'altra. Hanno solo l'imbarazzo della scelta. Ma invece di usare la macchina potrebbero fare un'azione molto più ecologica, salutare ed economica: andare a lavorare in autobus. O sarebbe un sacrificio eccessivo e disdicevole?Paolo RadivoComitato spontaneo per la Pineta di CattinaraCorsi e ricorsiI pretorianie gli oligarchiAi tempi dell'Impero romano i pretoriani, cioè le guardie del corpo dell'imperatore, avevano una grande influenza non solo sull'imperatore (fungevano anche da servizi segreti) ma su tutto l'Impero. Famoso è l'episodio della successione all'imperatore Pertinace (assassinato dai suoi pretoriani nel 193 d.C.): in quell'occasione i pretoriani misero all'asta il titolo di imperatore. Si aggiudicò il trono Duilio Giuliano, offrendo 25.000 sesterzi a ogni soldato della guardia.Forse sono uno di quelli che Andreotti diceva malpensanti ma non peccatori perché mi sono venuti in mente gli oligarchi che sono intorno a Vladimir Putin. Chissà se anche loro conoscono questo episodio storico?Carlo QuattrociocchiAprileLa Liberazioneè con De GasperiFra qualche giorno verrà festeggiata, in pompa magna, la cosiddetta Liberazione che, come data, coincide con l'abbandono del territorio italiano da parte delle ultime truppe tedesche, sconfitte su tutti i fronti europei dagli Alleati (gli angloamericani e gli altri) ma che diede inizio in Italia, dopo quella che si può definire una guerra civile (tra il Regno del Sud e la Repubblica di Salò, ndr) a uccisioni di matrice politica di puro stile bolscevico pure a combattimenti terminati.La vera Liberazione dai pericoli nazi-fasci-comunisti sarebbe da festeggiare il 18 aprile, in memoria della storica, travolgente, pacifica e democratica vittoria elettorale della coalizione guidata dalla Democrazia cristiana di Alcide De Gasperi, che per quarant'anni ha assicurato democrazia, pace e prosperità alla nostra Patria, sotto l'ombrello antisovietico (non antirusso, come oggi) dell'Alleanza Atlantica.Sergio Fontanot