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il reportageLa nave ammiraglia russa nel Mar Nero, la Moskva, esce di scena, non guiderà più la flotta di Putin in questa guerra. Affondata dai missili anti-nave delle difese di Odessa, come ha ammesso ieri sera anche il Cremlino, dopo averlo negato per quasi 24 ore. «L'incrociatore sta affondando al largo dell'Isola dei Serpenti. Solo 20 degli oltre 550 marinai a bordo si sono salvati», aveva annunciato ieri mattina via Telegram Maksym Marchenko, governatore di Odessa. «Un incendio ai sistemi d'armamento ha danneggiato la Moskva. Tutti i marinai sono in salvo e la nave è già in porto per le riparazioni», aveva subito ribattuto l'agenzia Tass. Bugie.A fare più chiarezza erano arrivate in giornata le immagini satellitari fornite dagli Stati Uniti: la nave, classe "Slava", era ancora a galla, un rimorchiatore cercava di riportarla nel porto Sebastopoli, mentre il resto della flotta si è allontanato dalla costa di Odessa. Ma l'operazione, disperata, è fallita. A tarda sera un comunicato delle forze armate russe ammetteva che il Moskva era affondato dopo aver «perso stabilità mentre veniva rimorchiato durante una tempesta».«Due missili Nettuno l'hanno colpita. Il nostro sistema di difesa costiero è operativo ed efficace», ha poi precisato il governatore Marchenko: «Questo è un colpo durissimo per i nostri nemici». Un colpo al cervello della flotta. Un colpo arrivato dopo una serie di manovre ucraine con i droni a impegnare le difese elettroniche prima che uno o due missili anti-nave la centrassero. Mosca ha dovuto incassare il colpo, ma non ha fatto attendere la rappresaglia. Ieri l'hinterland di Odessa è stato bombardato in pieno giorno. Almeno cinque missili russi hanno colpito tra le 9 e le 12. «I russi stanno nuovamente attaccando Odessa - ammette Serhiy Bratchuk, portavoce dell'esercito -, ma per ora i civili non hanno nulla da temere». La rappresaglia russa si è concentrata su obbiettivi militari. Certo è che aver affondato il Moskva è carburate per l'umore dei soldati. Il colpo è ad un simbolo russo costruito in Ucraina. La nave ammiraglia del Mar Nero era stata varata nel 1983 dopo sei anni di lavori di cantiere a Mykolaiv. Costruita in Ucraina, ammodernata nei cantieri lungo il Bug a fine anni Novanta, colpita da missili ucraini il 13 aprile del 2022. L'Ucraina era nel suo destino.Il fronte Sud di questa guerra è sempre più caldo. Da Kherson arrivano notizie di vittime e feriti civili, dopo un raid ucraino su obiettivi militari. Tra loro Vania, 15 anni, arrivata all'ospedale di Odessa con una scheggia nella gamba. Vania era in cortile, a Kherson, quando una bomba è esplosa a meno di 100 metri da lei. È l'ennesima vittima inconsapevole della guerra. Che, probabilmente, nemmeno ha capito. «Ci sono volute 13 ore per poterla evacuare da Kherson - raccontano i volontari della Croce Rossa -. In tempo di pace ci avemmo messo meno per portarla a Kiev. Ora, invece, parliamo di un miracolo».Lo sbocco sul mare ucraino va difeso a tutti i costi. Mykolaiv è il crocevia di questa battaglia. Tenerla vorrebbe dire salvare lo sbocco sul mare. Perderla significherebbe dover difendere Odessa a tutti i costi. Mai come ora gli scontri tra russi ed ucraini si muovono su due livelli paralleli. Gli uomini di Zelensky avanzano via terra lungo la sponde est del fiume Bug. Hanno ripreso Limany. I Russi si fortificano sull'M14, l'autostrada del grano. Hanno Posad e intendono difenderla.Per ora i fucili russi tacciono. Sono i Sukhoi, gli aerei che hanno raso al suolo la Siria, a bombardare le città. Kalibr e Liskander lanciati dalla Crimea, da Sebastopoli, a finire il lavoro. Attacchi missilistici di cui ormai si perde il conto. Porto e aeroporto di Mykolaiv gli obiettivi degli ultimi giorni. Lunedì mattina un missile russo ha colpito i cantieri navali della ditta qatariota QTerminals Olvia. Impossibile avvicinarsi all'obbiettivo. I Grad, I missili russi, piovono dal cielo ogni giorno. Hanno un raggio d'azione di massimo 40 chilometri, indicazione chiara di come i russi si stiano posizionando su questa nuova linea pronti a tentare un'avanzata.«I rinforzi stanno arrivando», l'annuncio di Vitalij Kim, il governatore della Regione di Mykolaiv. Lui, russofono, è tra i nemici personali di Putin. Kim si è salvato dall'attacco missilistico che 15 giorni fa ha sventrato il palazzo del governo regionale. I russi tentano di sfondare da due fronti. Stanno cercando di impadronirsi dell'M-14, la via di comunicazione più agevole per mykolaiv e, contemporaneamente, spingono lungo la "strada della vita": la lingua d'asfalto che costeggia l'estuario del Bug. La stessa via di fuga usata per portare in salvo Vania.«Ci stiamo preparando a difendere la nostra città - ha dichiarato Dmytro Pletenchuk, addetto stampa dell'Oblast di Mykolaiv -. Sappiamo che i loro piani (quelli russi ndr) non stanno cambiando. Dopo di noi hanno nel mirino Odessa».Odessa che potrebbe finire in una tenaglia russa. Indiscrezioni d'intelligence parlano di un aeroporto militare appena costruito in Transnistria. C'è da sottolineare un dettaglio: domenica 3 aprile, 12 ore dopo l'attacco missilistico di Odessa, Maksym Marchenko, governatore dell'Oblast di Odessa ha rilasciato una dichiarazione: «Stiamo costantemente monitorando la Transnistria. Abbiamo potenziato le linee di difesa lungo il confine e nel villaggi del circondario». Un annuncio seguito dai fatti, visto che ora le strade che discendono da nord sono piene di checkpoint, casematte, tank e postazioni d'artiglieria.La Transnistria ospita circa 8 mila soldati russi. Stime, visto che secondo altre fonti gli uomini dell'armata russa di stanza lì potrebbero essere arrivati a 14 mila. Una divisone che in poche ore, rotto il confine, sarebbe in grado di assediare Odessa da nord-ovest Se i soldati russi si muoveranno da quella che è di fatto una loro ex enclave lo scenario cambierebbe repentinamente. Ora sui mezzi russi in Transnistria è comparsa la "Z". Nave "Z". --© RIPRODUZIONE RISERVATA