"Così per sempre" tra i vampiri aspirando all'immortalità

Mary Barbara TolussoAh l'eternità, è cosa a cui si aspira da sempre, essere simili agli Dei, un obiettivo a cui l'uomo non ha mai rinunciato se pensiamo che i maggiori colossi mondiali investono sulla ricerca della vita eterna. La morte? «Un problema che va risolto» ha detto Peter Thiel, co-fondatore di Paypal. Non è il solo, la sfida è al centro della Silicon Valley, di Elon Musk, di Google, di Larry Ellison che ha donato 370 milioni di dollari ai progetti di ricerca per l'allungamento della vita. E così si moltiplicano programmi come Oracle, Human Longevity, Ambrosia. D'altra parte è una tensione che la letteratura ha trasformato in mito, nell'antico e nel moderno occidente, e forse nessuno come Stoker ci ha fatto amare queste tetre figure immortali: i vampiri.Abbiamo lasciato Dracula nel 1890, in quell'ultima feroce battaglia con Van Helsing in mezzo ai Carpazi, lì dove il vampiro tornerà polvere. Ma di fatto, anche se Stoker ci ha imposto la sua "fine", Dracula rimane un personaggio invincibile. Ci ha pensato Chiara Valerio a farlo risorgere, investendolo di una dimensione contemporanea a cui è difficile sottrarsi. "Così per sempre" (Einaudi, pagg. 464, euro 22, da oggi in libreria) si intitola il voluminoso romanzo dell'autrice romana, matematica prima che scrittrice, che ha poi coniugato arte e scienza nella sua poetica. Anche il suo Dracula gode di questo impianto e infatti lo ammette lei stessa: «L'idea iniziale è matematica. Mi ripetevo, negli anni universitari, che il conte Dracula arriva in Europa occidentale quando finisce il determinismo e comincia il probabilismo». E certo di modelli matematici, filosofici e scientifici ce ne sono parecchi, dal gatto di Schrödinger ai numeri di Fibonacci, dalla geometria non euclidea a Marx, ma tutti diluiti in narrativa. E soprattutto filtrati con l'occhio dell'umanista. Perché alla fine del prosieguo della storia del vampiro, quello che ci coinvolge è la sua umanità. Va detto inoltre che il Dracula di Valerio vive in Italia, a Roma, città eterna, mentre il suo antico amore, Mina, soggiorna a Venezia, città immortale. E qui si consuma anche il cuore del romanzo, nelle differenze tra essere eterni ed essere immortali. È chiaro che uno dei due termini è più freddo, ovvero privo di umanità. Quindi ci aggiriamo in una Venezia glaciale dove Mina, donna al passo con i tempi, è la padrona di un ambiguo centro di bellezza, il cui nome dà anche il titolo al romanzo: così per sempre, appunto, perché pare che dentro quell'istituto ci sia il segreto dell'eternità. A Roma invece il nostro eroe veste i panni di un anatomopatologo, anche lui esamina la morte, ma da un altro punto di vista, decisamente più umano. E in fondo è questo che affascina il vampiro: il limite, la finitudine, la mortalità. Esclusa Mina, non troveremo più i vecchi personaggi, se non evocati nel ricordo, ma tutta una serie di profili tra fiction e verità, come Carl Jung, nei panni che gli competono, la psicoanalisi è disciplina necessaria al conte transilvano. E poi Agnese, Luisa, Ion, Cecilia, alcuni vampiri, altri no. A tutti è affidato un compito, quello di farci capire come ognuno vive il Tempo, il grande protagonista del romanzo. E non solo nelle sue correlazioni con un'idea di eterno. Valerio in quasi 500 pagine ci porta avanti e indietro nella storia, dalle prime testimonianze dell'antisemitismo (incroceremo anche la vicenda di Michael Siegel) alle disperate fughe dei profughi. Il Tempo sta alla base di un'idea di umanità, soprattutto di amore, sentimento sempre pronto a scivolare negli ambigui assoluti, nei cosiddetti "per sempre". Il Tempo che l'autrice sa guardare da una singolare prospettiva, l'imprevedibilità: «O si è pronti alle sorprese o tanto vale essere morti». E poi c'è un gatto nero, Zibetto, un gatto vampiro che piace guardare anche come un Behemoth bulgakoviano, forse anche la struttura del romanzo segue il grande russo. Zibetto quindi, forse il miglior rappresentante di chi - pur immortale - sa misurarsi con l'imprevedibilità dei giorni. E dell'amore. --