«Serve un nuovo patto di legalità contro la distorsione dell'appalto»

Riportare l'accento sulla legalità, perché «le persone hanno necessità di riconoscere i segnali sui pericoli reali» di fenomeni criminogeni. Questo il senso dell'incontro di ieri da Marino. «L'Osservatorio regionale della legalità ci dice che i dati del Friuli Venezia Giulia vanno attenzionati, sotto il profilo delle infiltrazioni mafiose, della 'ndrangheta e della camorra», ha scandito Cristiana Morsolin, candidata sindaca per il centrosinistra. «Bene le iniziative del 21 marzo, ma non sono sufficienti - ha proseguito -: serve un'azione più incisiva. I componenti della Commissione antimafia giunti a Trieste a novembre hanno riferito che ci deve essere allerta massima sulla cantieristica, in particolare per il tema dell'appalto». Essenzialmente per due motivi, riconducibili alla pandemia, cioè fenomeni di possibile «usura, dettata da scarsa liquidità» e l'arrivo di risorse ingenti conseguenti ai Pnrr. Di qui l'esigenza di riprendere il tema del patto di legalità, convocando a un tavolo tutte le istituzioni e attori, come suggerito da Morsolin. «Viviamo in una società che si attende alcune forme di protezione dal comparto pubblico e a titolo collettivo e individuale», ha esordito il dem Riccardo Cattarini convocato dall'alleata in corsa per il municipio in virtù «delle competenze importanti in fatto di legalità». «E siccome - ha proseguito - io sono seduto qui con il futuro sindaco di Monfalcone dirò le cose che un Comune può fare». Nel riportare le osservazioni di alcuni commercianti, a lui rivoltisi per rimarcare le difficoltà di sostenere un'attività se «l'immagine della città è quella di un territorio dove per andare in giro serve un giubbotto antiproiettile», ha snocciolato i dati ministeriali e regionali sui delitti, su base provinciale. E vedono l'Isontino «uno dei posti più tranquilli d'Italia ed Europa, per reati denunciati», la maggior parte dei quali «di carattere colposo», casistica in cui rientrano pure gli infortuni e le malattie professionali (qui a incrementare la media è l'amianto). In tutto, nel 2021 con riferimento all'anno prima, «3.948 delitti denunciati» e «circa 200 per situazioni legate all'esposizione all'asbesto, quasi 100 infortuni sul lavoro». Gorizia al penultimo posto, superata solo dalla realtà rurale di Oristano. «Sarebbe bello se fosse tutto così - ha continuato Cattarini -, ma c'è qualcosa che sfugge alle statistiche, come ha detto Cristiana Morsolin. Noi abbiamo avuto il fondato sospetto di infiltrazioni a Monfalcone, dove quattro anni fa c'è stato un arresto per il 416 bis del Codice penale: associazione di stampo mafioso». Ha spiegato che «la situazione di una fabbrica che produce navi passeggere è preoccupante», per il lavoro quasi esclusivamente legato ad appalti, con società in larga misura con sede fuori regione, «e in maggioranza in Campania. Società «che si costituiscono per lavori che non avevano mai fatto prima». Per contro, sempre a detta di Cattarini, l'amministrazione uscente focalizza su altri problemi, il degrado, con «denunce a persone che fanno la pipì in strada», mentre «di queste cose qui non parla nessuno». «Qual è - ha chiesto - la protezione che si aspettano i monfalconesi, dall'uomo che fa la pipì? Io, una volta eletta, chiederò invece a Morsolin di mettere il naso in queste faccende». «Svolgo un mestiere - ha continuato Cattarini - per il quale alcune cose le vengo a sapere. Ho notizie di commercianti che si vedono offrire somme basse, ma non del tutto inadeguate, per la vendita del negozio in momenti di difficoltà». Magari «in sacchetto e in contanti, perché da quelle parti girano così, i soldi». «Questo - ha concluso - è il degrado, non un uomo che fa la pipì per strada». Di qui l'arringa di Morsolin: «Noi dobbiamo rendere consapevoli i cittadini che certi fenomeni ci possono essere, dobbiamo dare loro gli strumenti per riconoscerli e, soprattutto, denunciarli». --Ti. Ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA