Unione Italiana e Regione insieme per il rilancio della parlata istroveneta
l'intesavalmer cusmaL'Unione Italiana (UI) e la Regione istriana si accordano per tutelare e rilanciare la parlata istroveneta della penisola, di recente iscritta nel Registro del patrimonio culturale immateriale della Croazia. I rispettivi presidenti Maurizio Tremul e Boris Miletic hanno firmato infatti una Lettera d'intenti per la tutela e la valorizzazione dell'idioma, che nella regione a oggi viene utilizzato o quantomeno compreso dal 60% della popolazione. «Con l'Ui - ha detto Miletic dopo aver siglato il documento - stiamo elevando il grado di tutela di una parte della nostra identità». Per la vicepresidente della Regione Jessica Acquavita e gli assessori alla Cultura e alla Comunità nazionale italiana e agli altri gruppi etnici Vladimir Torbica e Tea Batel, l'intesa apre la strada all'avvio di iniziative congiunte tra la Regione e l'Unione Italiana: «Alcune di queste sono già in corso - ha ricordato il presidente della giunta esecutiva dell'Ui Marin Corva - come il Festival dell'Istroveneto a Buie».Lo stesso Corva ha annunciato altre iniziative tra le quali spicca quella per la Casa dell'istroveneto, un progetto da attuare nell'edificio dell'ex ospedale di Buie la cui proprietà è della UI. «La lettera d'intenti - ha commentato Tremul - va nella direzione di individuare azioni concrete che non si limitino al progetto del Festival dell'Istroveneto, che coprano l'intero arco temporale dell'anno e che promuovano l'uso della parlata in tutto il territorio istriano, indipendentemente dalla sua appartenenza statale. Per noi - ha proseguito Tremul - è importante rafforzare la conoscenza dell'Istroveneto tra i connazionali, ma è altrettanto importante che ci sia una conoscenza e una collaborazione per la salvaguardia dell'Istrioto (l'antica parlata preveneta ancora in uso nell'Istria meridionale) nonché del ciacavo e dei dialetti sloveni: sul nostro territorio infatti non si parlano solo le tre lingue ufficiali, ossia l'italiano, il croato e lo sloveno, ma tanti altri idiomi». --© RIPRODUZIONE RISERVATA