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Laura BorsaniIl messaggio consegnato dallo sciopero di 1 ora contestuale all'assemblea dei lavoratori, è stato chiaro: le Rsu, preso atto che «l'attuale dirigenza non ha più mandato decisionale», ritiene a questo punto «estremamente necessario ricondurre la discussione ad un livello superiore». E «fino ad allora, ci riserveremo qualsiasi iniziativa per mettere in sicurezza le maestranze e per il rilancio e la permanenza sul territorio del nostro in stabilimento». Si guarda pertanto ai "piani alti", affinché vengano fornite risposte esaustive sul ruolo, già peraltro comunque definito "strategico" dall'azienda, e il percorso di riassetto complessivo dei siti produttivi in termini sinergici. Per i sindacati la questione rimane declinata in un piano industriale dettagliato e a lungo termine, investimenti certi, anche a fini strutturali e di ammodernamento e rinnovo dei macchinari, carichi di lavoro, nell'immediato il post-cassa integrazione in scadenza a metà aprile, e il bilancio in ordine alle commesse perse e acquisite. Le risposte attese, ormai da tempo, potranno dare la misura dell'effettivo peso strategico dello stabilimento cittadino. In campo si stanno muovendo anche progettualità di tipo territoriale, nell'ambito di una rete tra realtà produttive a "chilometro zero". La prossima settimana il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti, incontrerà le Rsu.E ieri il sindaco Anna Maria Cisint ha invece fornito una data, quella di martedì 15 marzo. Tema dirimente l'interazione del sistema economico del territorio, che sarà oggetto dell'incontro tra il primo cittadino e l'assessore Antonio Garritani con i vertici di Nidec e Fincantieri. Sulla scorta di un'interlocuzione già avviata, si andranno a valutare modalità e procedure utili a sfruttare nuove opportunità nell'ottica del "fare sistema". L'ambito in particolare è quello dei motori a propulsione marittima all'insegna dell'ecosostenibilità. In altre parole, Nidec quale fornitore della navalmeccanica. Cisint ieri ha parlato anche di ulteriori vie, facendo riferimento al Porto, ossia all'elettrificazione della banchina, sfruttando i finanziamenti del Pnrr, operazione da 6,8 milioni. Sta lavorando inoltre sul fronte istituzionale: «Il 15 marzo voglio incontrare le Rsu di Nidec in merito ad un percorso di condivisione con gli assessori regionali Bini e Rosolen. Noi abbiamo messo i ferri in acqua, ciascuno deve però fare la sua parte», ha osservato rivolgendosi ai vertici aziendali: «Pretendiamo rispetto anche nei confronti dei lavoratori di Nidec e appoggiamo la necessità di una vera assunzione di responsabilità compatibile con un percorso di certezza del lavoro e delle commesse, a tutela delle maestranze e del loro futuro. Per noi la Nidec è fondamentale perché rappresenta un'azienda che da sempre fa dell'occupazione locale la sua bandiera». Dai sindacati l'auspicio affinché, assieme alle istituzioni, si faccia chiarezza a tutti i livelli. Ma anche la piena disponibilità a partecipare ad un processo di sinergia produttiva territoriale. Con il segretario provinciale della Fiom, Michele Orlandini, ad affermare, a proposito di un 'economia produttiva a "chilometri zero": «Come sindacato siamo pronti a farci parte attiva di un processo di sistema che possa rilanciare un territorio che si sta deindustrializzando». Considerando la situazione di Nidec, ha argomentato: «Stiamo attendendo una chiamata dall'azienda, a tutti i livelli di vertice, affinché sia in grado di fornire un'adeguata risposta ai circa 400 lavoratori, indotto compreso, in termini di investimenti e prospettive certe del sito di Monfalcone. Lo stabilimento cittadino può essere fonte di un rilancio molto importante». Sulla stessa linea il segretario provinciale della Uilm, Antonio Rodà: «Auspichiamo un tavolo con tutti gli attori, Comune, Regione e le parti sociali, al fine di individuare strumenti di politica attiva per guidare Nidec ad una radicalizzazione sicura sul territorio, rispetto all'assetto multinazionale del Gruppo al quale l'azienda cittadina fa riferimento».--© RIPRODUZIONE RISERVATA