Sono quattro i candidati sindaco Pronti a correre gli ex Lega

Tiziana CarpinelliPer gran parte della sua vita Federico Razzini è stato l'ombra del Carroccio. Ora invece è il papà di un radioso sole su campo verde, il simbolo di un nuovo movimento che alle prossime elezioni vuole dire la sua a Monfalcone: Territorio e Libertà. Non si fa in tempo a tirare una riga sull'elenco di nomi in pista, dopo la novità del ritorno in scena dell'ex Dc e Pp Luciano Rebulla, già sottosegretario al Turismo e allo Spettacolo negli Andreotti VI e VII, con il Terzo polo o come si chiamerà l'area centrista, che spunta un quarto candidato sindaco, oltre Anna Cisint per il centrodestra e Cristiana Morsolin per il centrosinistra. Chi correrà per la compagine è ancora oggetto di riflessione interna alla lista, i cui nomi - pronti - sono tenuti top secret perché si attende la presentazione ufficiale, ma c'è chi indica proprio Razzini, per l'esperienza, si capisce: «Me lo stanno chiedendo in tanti, ma preferirei dedicarmi alla crescita del Movimento, che intendo esportare al di fuori di Monfalcone. Comunque io l'ho creato e se serve mi batto in prima persona». Al toto-nomi, un politico di lungo corso come Razzini, si sottrae e bisognerebbe estrarglieli dalla bocca con le tenaglie, lui vuole sempre riportare il pallino alle «proposte, idee, contenuti». Soprattutto vuole che «si ritorni a parlare di cose che interessano alle persone e in gran parte non considerate in questi anni, per portarle dentro il Consiglio comunale, diventato un ring anziché un luogo di scambio di vedute su provvedimenti utili». «È l'astensionismo oltre il 50% - argomenta Razzini - che bisogna combattere, un dato grave dovuto al fatto che le persone non si sentono prese in considerazione dalla politica». Ma cosa può fare di diverso Territorio e Libertà, come può incidere su scenari nazionali? «Intanto - replica - è un movimento popolare liberale e libertario, che difende e tutela le istanze che soprattutto negli ultimi 2-3 anni sono state totalmente dimenticate da questa pseudosinistra italiana che ormai si occupa solo di affari e privilegi dei ceti garantiti e improduttivi. E che si è scordata dei lavoratori, visto come si sono schierati i sindacati ai tempi del Covid». E il centrodestra? «Appare sempre più in stato confusionale e privo di identità - risponde Razzini -. Si avverte la necessità di tornare a discutere del territorio, della valorizzazione della propria cultura e tradizioni, delle radici cristiane e laiche, mentre oggi si parla solo di ebraismo e Islam». Ma pure «dei diritti delle persone sanciti dalla Costituzione e messi nel tritacarne» e come scordare le «piccole e medie imprese commerciali e artigianali», primo cavallo di battaglia del primo Carroccio, «che sono - dice - in balia dei grandi gruppi finanziari e dell'e-commerce, guarda caso in mano alla grande finanza». Territorio e libertà strizza l'occhio a quanti sono scesi in piazza contro il Green pass: «Siamo assolutamente contrari a infami tessere verdi che dividono le famiglie - arringa un ormai incontenibile Razzini - e che esclude dal mondo del lavoro persone oneste e perbene, che hanno magari vinto concorsi, studiato, e ora non possono neppure bere un caffè al bar». E ciò «con la complicità dei partiti, piegati in ginocchio davanti alle case farmaceutiche». Alcuni temi sono in comune con un'altra compagine che sta riflettendo sul da farsi in vista del voto e sta dialogando con Territorio e Libertà, la costruenda lista dell'area rappresentata da Mauro Grimolizzi e Francesco Orlando. --© RIPRODUZIONE RISERVATA