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Ha creato "Trieste-Help Ukraine", documento google che riassume eventi, punti di raccolta, donazioni, volontariato, alloggi e tutto quanto può fare da supporto ai rifugiati dall'Ucraina. «Non abbiamo altro che noi stessi», riassume Asya Gefter, cittadina russa cresciuta a Mosca, vissuta a Londra e, dal 2020, a Trieste, nel citare anche un'altra risorsa online, wwwTrieste.com (what? where? when? in Trieste), e nell'annunciare il corteo contro la guerra, domenica dalle 10 nel Giardino pubblico. Quale sentimento prova di fronte a una guerra voluta dal suo Paese d'origine? «Attraverso la storia della mia famiglia, la ricerca e i progetti artistici, sono legata alle persone e ai luoghi in Ucraina. Provo vergogna. Ogni messaggio, ogni fotografia ricevuta da persone ucraine a me vicine o sconosciute provocano lacrime, dolore e colpa che io/noi non abbiamo fatto abbastanza per impedirlo. Non posso nascondermi da ciò che sta accadendo nel mio nome. All'unisono con il difensore ucraino dell'Isola dei Serpenti dico: "Nave militare russa, vaff..."».Cosa sta succedendo ora? «Il dittatore di un potere illimitato ha scaraventato il suo popolo nell'abisso della guerra. Un milione di civili sono fuggiti dall'Ucraina. Putin manda giovani a morire. Nasconde le loro morti. Gli ucraini aiutano le madri russe a raccogliere i corpi dei loro figli. Putin chiama il presidente ucraino Zelenskiy un nazista, Zelenskiy che è ebreo. Putin dice che i soldati ucraini si travestono da soldati russi e bombardano le loro stesse città. Dice alle persone russe che non possono chiamarla guerra, altrimenti saranno rinchiuse in prigione per vent'anni». Cosa è successo durante il governo di Putin? «Otto anni fa Putin ha annesso la Crimea alla Russia e ha scatenato la guerra nella regione di Donbass. Fin dall'inizio del suo governo è stato Cecenia, Kursk affondato, strage di Beslan, crisi del teatro di Dubrovka, Georgia, Pussy Riot. E ancora gli omicidi dei giornalisti e dei componenti dell'opposizione, il sistema giudiziario, l'annullamento della Costituzione. Ma non è Putin ad aver inventato la violenza di stato in Russia. La violenza di Stato è qualcosa che persiste in Russia generazione dopo generazione».I suoi connazionali si ribelleranno? «Dal 24 febbraio oltre 8 mila persone in Russia sono state arrestate per proteste contro la guerra. Si contano oltre 150 mila firme dei membri delle comunità professionali sotto lettere aperte. La petizione change.org/netvoyne ha oltre un milione di firme. Ma non basta. Altri milioni di cittadini dovranno superare il silenzio e resistere alla violenza dello Stato. Senza questa catarsi, non ci sarà futuro per la Russia». --m.b.