Il calo dei ricoveri non sblocca gli interventi

Marco BallicoI pazienti in ospedale causa Covid diminuiscono. Non abbastanza, tuttavia, per riportare il Friuli Venezia Giulia a numeri da zona gialla, ma soprattutto per riattivare le attività ospedaliere sospese nelle scorse settimane. La conferma arriva sia dalla Regione sia da Asugi. «Ci stiamo organizzando, ma attendiamo un'ulteriore riduzione dei ricoveri in ospedale in coerenza con il calo dei contagi», comunica il vicepresidente Riccardo Riccardi, che già nei giorni scorsi aveva incontrato i direttori generali per fare il punto della situazione. «È ancora presto, speriamo di avere buone nuove la prossima settimana», aggiunge il dg di Asugi Antonio Poggiana, che si limita all'auspicio in presenza di un calo non ancora sufficiente a sbloccare la limitazione del 40% imposta dall'ondata da variante Omicron all'attività chirurgica, oncologia esclusa. Una decisione presa nella prima decade di gennaio e conseguente alla carenza di personale, non di posti letto, chiarì la Regione. Il picco di ospedalizzazioni Covid nel 2022 risale al 31 gennaio: 561 pazienti con il virus (il 40%, peraltro, ricoverato per altri motivi e senza sintomi respiratori). Ieri se ne contavano 419, con una riduzione dunque in due settimane pari al 25%. Negli ultimi sette giorni, in particolare, si è passati da 40 a 30 terapie intensive (tasso del 17%) e da 455 a 389 posti letto ordinari (tasso del 30,5%) occupati da persone positive. Si scende. Ma, appunto, non abbastanza per ritornare sotto la soglia dell'arancione (la differenza la fa quello 0,5% sopra il 30% per i malati in condizioni non gravi). Se entro giovedì non si andrà comunque oltre i 36 assistiti in terapia intensiva e i 384 nelle aree mediche, da lunedì 21 febbraio il Fvg dovrebbe ritornare in zona gialla. Il dato più lento a calare è però quello dei decessi. Pure ieri se ne sono contati 14 (4.663 da inizio pandemia, 72 nell'ultima settimana). Nella Venezia Giulia sono morti con diagnosi Covid una donna di 96 anni di Monfalcone, un uomo di 84 di Gorizia, una donna di 84 di Muggia, tre uomini di 86, 85 e 79 anni di Trieste. In provincia di Udine un uomo di 95 anni di Sedegliano, un uomo di 89 di Flaibano, una donna di 86 di Campoformido, un uomo di 86 di Palmanova, un uomo di 79 di Aiello, una donna di 77 di Lignano Sabbiadoro, una donna di 70 di Muzzana. In provincia di Pordenone un uomo di 85 anni di Sacile. I decessi con diagnosi Covid sono ora 4.663: 1.130 a Trieste, 408 a Gorizia, 2.233 a Udine, 892 a Pordenone. Netta, invece, la discesa della curva del contagio. I 1.512 positivi di giornata (309 da tampone molecolare, 1.203 da test rapido antigenico) aggiornano a 9.842 i casi degli ultimi sette giorni (9-15 febbraio), il 41,6% in meno dei 16.841 registrati nei sette giorni precedenti (2-8 febbraio). Intanto un centinaio di professionisti del sistema sanitario regionale (medici, infermieri, tecnici di laboratorio, nutrizionisti e psicologi), si sono visti respingere dal Tar regionale il ricorso presentato in autunno contro l'obbligo vaccinale, anche attraverso l'impugnazione e la richiesta di annullamento dei provvedimenti di sospensione dalla prestazione lavorativa e dalla retribuzione emessi dalle tre Aziende sanitarie. Misure che invece i giudici, come già avvenuto in altri procedimenti analoghi, , hanno giudicato legittime e ragionevoli, respingendo quindi il ricorso. I professionisti sospesi però non intendono mollare e annunciano di volersi rivolgere al Consiglio di Stato.