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Laura BorsaniCon la transazione il Comune di Monfalcone aveva rinunciato anche al risarcimento stabilito dal processo Amianto 1. Per il primo procedimento conclusosi con sentenza di condanna pronunciata dal giudice Matteo Trotta il 15 ottobre 2013, l'importo quantificato in 91.367,52 euro è stato "incorporato" nell'atto transattivo sottoscritto con Fincantieri, ai fini della rinuncia da parte dell'ente locale alla costituzione di parte civile. Oltre dunque al ritiro dal processo amianto bis, intervenuto proprio prima che venisse pronunciata la sentenza, è stata "azzerata" l'unica somma risarcitoria stabilita dal Tribunale di Gorizia. Il sindaco Anna Maria Cisint ha voluto consultare nuovamente gli atti comunali dell'epoca, spiegandone il motivo: «La sentenza civile con la quale il giudice ha riconosciuto al Comune il risarcimento di 239 mila euro da parte di A2A, mi ha fatto riflettere sull'accettazione passiva dell'allora giunta comunale. Un appiattimento sui "poteri forti" ancora più grave quando era stata sottoscritta la transazione per i processi amianto». Cisint ha quindi tirato le somme: nei 140 mila euro versati al Comune da Fincantieri rientrano i 91 mila euro di risarcimento danni del primo processo amianto, nonchè le spese di rappresentanza legale, affidata allo studio dell'avvocato Maniacco, comprensive del procedimento amianto-bis, in tutto 41 mila euro.«Il Comune non ha mai ottenuto quei soldi, perché nel frattempo era intervenuta la delibera relativa all'accordo transattivo con Fincantieri», afferma il sindaco. E riporta gli atti. Il 23 aprile 2015 l'avvocato Maniacco, tramite lettera, aveva diffidato Fincantieri a pagare i 91.367,52 euro di risarcimento danni al Comune «in esito alla sentenza del Tribunale di Gorizia del 15 ottobre 2013», pronunciata dal giudice Trotta. Il 6 maggio successivo il Comune, a firma dell'allora sindaco Altran, scrive allo studio legale Maniacco invitando a «sospendere al momento ogni azione girisdizionale di recupero», nell'evidenziare che Fincantieri «ha comunicato la disponibilità alla liquidazione del dovuto». Cisint passa alla lettera datata 21 luglio 2015 nella quale il sindaco Altran informa l'avvocato Maniacco della deliberazione effettuata dalla giunta per procedere alla transazione con Fincantieri, chiedendo al legale di «provvedere nella prima udienza utile alla revoca della costituzione di parte civile del Comune nei procedimenti penali in corso al Tribunale di Gorizia, in particolare nel procedimento Amianto bis». Per il quale il giorno successivo, 22 luglio, era stata pronunciata la sentenza di condanna, non prima che il legale depositasse l'atto di revoca di costituzione di parte civile dell'ente locale. «L'avvocato Maniacco s'era voluto sincerare con il Comune della volontà di revocare anche la costituzione di parte civile relativa al primo procedimento amianto», argomenta Cisint esibendo la missiva del legale. L'accordo transattivo era stato siglato sempre il 22 luglio, a fronte del versamento al Comune da parte di Fincantieri di 140 mila euro. Nell'atto si legge che il Comune, a fronte della somma stabilita, «dichiara di essere stato soddisfatto di ogni pretesa risarcitoria di qualunque danno... connesso o derivante dall'impiego dell'amianto negli anni precedenti la sottoscrizione del presente accordo, nelle attività dello stabilimento di Monfalcone. In particolare, il Comune dichiara di essere soddisfatto dei danni liquidati anche in via provvisionale, dal Tribunale di Gorizia con la sentenza del 15 ottobre 2013, depositata l'11 aprile 2015, e di non aver più niente a pretendere a quel titolo». Con l'impegno «a rinunciare alla costituzione di parte civile in qualunque processo penale che dovesse essere promosso in futuro».--© RIPRODUZIONE RISERVATA