A2A pagherà al Comune 239 mila euro

Laura BorsaniA2A Energie Future è stata condannata a pagare a favore del Comune di Monfalcone 239 mila euro, oltre agli interessi legali, nonché le spese di lite, liquidate in 13.430 euro. La sentenza è stata pronunciata dal giudice civile Francesca Clocchiatti del Tribunale di Gorizia, lo scorso 24 gennaio. Ieri il sindaco Anna Maria Cisint, assieme all'assessore all'Ambiente, Sabina Cauci, ha illustrato l'esito e le ragioni del ricorso presentato. La vicenda è legata al Tavolo tecnico ambientale per la Centrale di Monfalcone, che era stato istituito a seguito dell'accordo tra il Comune e A2A Spa siglato il 22 novembre 2012. Accordo che l'attuale amministrazione comunale aveva risolto il 1° febbraio 2018, con conseguente destituzione del Tavolo, per «grave inadempimento» de parte della società. Di mezzo ci sono i fondi che A2A s'era impegnata a mettere a disposizione del TTA per sostenere le azioni utili a bilanciare gli effetti degli impatti della centrale sul territorio. L'accordo prevedeva una quota complessiva di 80 mila euro all'anno, di cui 10 mila per spese fisse e di funzionamento del Tavolo e 70 mila quale fondo per attuare le iniziative a beneficio della comunità.In tal senso, il Comune, con il sindaco Cisint, aveva proposto 5 macro obiettivi, elaborati dall'assessore Cauci, inerenti le tematiche del bioaccumulo degli inquinanti, la strumentazione per i rilevamenti delle emissioni, la salute dei giovani e la prevenzione, le indagini epidemiologiche e l'attività informativa, sfruttando i fondi accantonati per il Tavolo. Salvo riscontrare dalla stessa A2A che gli importi maturati dal 2013 al 2017 erano stati utilizzati per finanziare in parte una campagna di misurazioni commissionata all'Istituto sull'inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in ordine alle emissioni e immissioni della centrale (luglio 2014-settembre 2016), del valore complessivo di 480 mila euro. Un'indagine ambientale finalizzata al rilascio allora della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), quella tuttora valida e con scadenza nel 2025. La campagna era stata comunicata da A2A al Tavolo il 15 luglio 2014 e quindi eseguita fino al settembre 2016 (periodo di amministrazione Altran). Soldi già spesi, dunque. Indebitamente, per il subentrato sindaco Cisint, in virtù del fatto che il monitoraggio del Cnr era «ricompreso tra le prescrizioni imposte nell'Aia, alle quali A2A aveva l'obbligo di ottemperare, a prescindere dalle attività del TTA». Da qui la "rottura dei rapporti", quando la giunta comunale aveva deliberato la risoluzione del protocollo d'intesa ponendo una pietra tombale sul TTA, passando all'azione legale. Il Comune è stato rappresentato dall'avvocato Caterina Belletti. All'importo dei 239 mila euro si è giunti tenendo conto di alcune azioni finanziate da A2A nell'ambito dei 5 macro obiettivi proposti dall'amministrazione comunale (36 mila euro), relative all'acquisto di centraline per il rilevamento della qualità dell'aria.Il contenzioso è scaturito dopo una serie di situazioni. A partire dalla seduta del 22 marzo 2017, quando l'assessore Cauci aveva illustrato le 5 linee di intervento per le quali Cisint aveva proposto la destinazione dei fondi 2013-2017. Con A2A a spiegare di aver «già assolto ai propri impegni con lo studio del Cnr». L'azienda aveva quindi ritenuto la seduta illegittima. L'8 maggio 2017 il Comune aveva inviato alla società e a tutti i componenti del Tavolo una proposta di verbale dell'incontro e l'azienda aveva risposto ribadendo la nullità di quella seduta. Il Comune aveva poi riconvocato il TTA il 17 luglio 2017 per la «messa a punto dei fondi previsti dal protocollo d'intesa». E A2A non s'era presentata. È stato l'incipit di uno scambio di missive tra Comune e A2A, ciascuno a sostenere le proprie ragioni. Finchè era partita una prima diffida da parte dell'amministrazione comunale, per culminare nella causa civile. «Più volte avevamo suggerito ad A2A le cinque linee di intervento a favore della nostra comunità. Avevamo anche tentato le vie bonarie con l'azienda - ha affermato ieri Cisitn -. A2A ha compiuto un atto unilaterale e ha pagato lo studio ai fini dell'Aia con i soldi dei cittadini di Monfalcone. Perciò abbiamo scelto l'azione legale, affidata all'avvocato Belletti, che voglio ringraziare. Il giudice ha riconosciuto il mancato rispetto dell'accordo. Per noi si è trattato di tutelare i più deboli, la nostra comunità. Questa è dignità, spina dorsale dritta e soprattutto rispetto per la città e i suoi cittadini». L'azienda, da parte sua, ha affermato, attraverso una nota: «A2A Energiefuture S.p.a., preso atto della sentenza resa dal Tribunale di Gorizia nel contenzioso instaurato dal Comune di Monfalcone, riservata ogni valutazione in merito alla stessa, nel consueto rispetto da parte della società delle decisioni dell'autorità giudiziaria, procederà a dare spontanea esecuzione a quanto stabilito dal Tribunale».--© RIPRODUZIONE RISERVATA