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Giulia BassoUno dei principi alla base dell'industria 4.0 è l'idea di passare dagli atomi ai bit, ovvero dai sistemi fisici alle loro repliche digitali. Lavorare sui bit, anziché sugli atomi, costa molto meno a livello di elaborazione, di stoccaggio, di trasporto. Perciò sono sempre di più le imprese che puntano, per lo sviluppo, la manutenzione e l'ottimizzazione dei loro prodotti e processi, sulla creazione di "digital twins", gemelli virtuali di macchine e processi industriali che consentano di simulare la realtà prima di gettarcisi a capofitto. Proprio sulla creazione di una serie di digital twins puntano i quattro assegni di ricerca, del valore di circa 100mila euro, istituiti dall'Università di Trieste in collaborazione con Wärtsilä Italia e mirati al potenziamento digitale delle attività industriali manifatturiere del colosso finlandese. Il bando, i cui termini per la partecipazione sono scaduti ieri, è dedicato a laureati in ingegneria e dottorandi con competenze specifiche nei settori in cui opera l'azienda: macchine a fluido, elettronica, meccanica applicata alle macchine e impianti industriali meccanici. L'iniziativa è parte di un progetto più vasto, che riguarda le attività di sviluppo dello spazio Opificio Digitale e Smact, realizzato a fine ottobre all'interno dello stabilimento di Wärtsilä a San Dorligo della Valle, con l'obiettivo di far dialogare l'industria con la propria filiera e con il sistema scientifico per accelerare la transizione digitale. I vincitori degli assegni di ricerca lavoreranno nei nuovi spazi per la creazione di una serie di gemelli virtuali di macchine e processi di uso industriale. Gli obiettivi sono l'implementazione di algoritmi per la manutenzione predittiva, per l'individuazione precoce di guasti e per il miglioramento delle prestazioni dei motori prodotti.La prima fase del progetto si concentrerà sullo studio dei motori a combustione interna a basso impatto ambientale, per la generazione elettrica in impianti stazionari e a bordo delle navi. Tecniche di modellistica numerica e altri codici dedicati ad analisi specifiche saranno impiegati al fine di ottenere la massima aderenza tra il digital twin e le corrispondenti macchine o processi reali. «Per l'Università di Trieste si tratta di una collaborazione importante tra accademia e industria: è intenzione sia nostra che di Wärtsilä fornire ai vincitori degli assegni una formazione dedicata su questi temi», evidenzia Rodolfo Taccani, delegato del rettore per il Trasferimento tecnologico e i rapporti con le imprese. «Questa collaborazione ci consentirà di utilizzare i laboratori aziendali per i nostri studenti, che nel prossimo futuro potranno partecipare ad attività di formazione e sviluppo». L'ateneo triestino, spiega Taccani, collabora su vari fronti alle attività di Smact, centro di competenza per l'industria 4.0 nato nel Triveneto su impulso del Mise. «Abbiamo avviato collaborazioni con diverse aziende del territorio, come Electrolux e Danieli, con cui portiamo avanti attività di implementazione di live demo, fabbriche-scuola che permettano anche alle piccole aziende di toccare con mano il potenziale della digital transformation», racconta il delegato. E' ciò che accade all'interno dello stabilimento di Wärtsilä: «Con UniTS abbiamo una lunga storia di collaborazione, che include la partecipazione comune ad ambiziosi progetti europei. Con questi assegni di ricerca vorremmo spingerci oltre e creare uno spazio di "extended knowledge", in cui l'azienda diventa un laboratorio esteso dell'ateneo, per una formazione in un ambiente reale e la creazione di competenze ibride, che fondano conoscenze di meccanica, ingegneria dei materiali ed elettronica con la programmazione, l'analisi dei dati, l'intelligenza artificiale», conclude Giuseppe Saragò, director manufacturing excellence di Wärtsilä. -- --