Test ai confini, la ripicca di Macron
Marco Bresolin CORRISPONDENTE DA BRUXELLESLa Francia prende le distanze dalla linea del governo italiano: Parigi non chiederà i tamponi ai viaggiatori Ue se vaccinati o guariti dal Covid. E la Germania «seguirà l'esempio francese». L'annuncio di Emmanuel Macron è arrivato l'altra notte al termine della seduta del Consiglio europeo, durante la conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Due prese di posizione che confermano la linea del «liberi tutti» sulle restrizioni ai viaggi emersa al Consiglio europeo e avallata dalla Commissione. L'esecutivo Ue ora sta cercando di adeguare la situazione con una nuova raccomandazione e con la modifica al regolamento del Certificato Covid per fissare la sua scadenza a nove mesi dalla seconda dose. Il presidente francese non si è limitato all'annuncio: davanti ai giornalisti ha anche espresso una severa critica alla scelta del governo Draghi. Macron ha dapprima giustificato la sua decisione con motivazioni di tipo tecnico, dicendo che «dal momento in cui una variante è presente in questo o quel Paese Ue, si diffonde molto rapidamente negli altri» e quindi i tamponi sono inutili. Inoltre, ha aggiunto, «la maggioranza dei movimenti viene fatta da transfrontalieri, che sono esenti da questa misura». Ma dopo aver lasciato l'Europa Building di Bruxelles - dove per accedere al summit veniva richiesto il tampone anche ai vaccinati - ha rincarato la dose con una severa critica politica pubblicando un tweet che prende di mira l'Italia (senza citarla esplicitamente): «Le persone che sono state vaccinate non dovrebbero fare test per viaggiare tra gli Stati membri dell'Unione europea - ha scritto sul social network -. Di fronte alle varianti del virus, dobbiamo continuare ad agire come europei». Con l'ultimo provvedimento, a detta di Macron, Draghi non ha agito «da europeo». Più scarna e misurata la presa di posizione di Scholz, atteso lunedì a Roma, che si è limitato a sottolineare «l'importanza della libertà di movimento in Europa». Berlino vuole copiare Parigi anche sulla decisione di imporre limitazioni ai cittadini britannici: il governo tedesco sta infatti pensando di costringere tutti i viaggiatori in arrivo dal Regno Unito a due settimane di quarantena, anche se vaccinati. Con il diffondersi della variante Omicron sempre più Paesi si stanno muovendo. La Danimarca chiuderà cinema, teatri e tutti i luoghi con attività culturali. Per entrare in Svizzera, che non è uno Stato Ue ma fa parte dell'area Schengen, è obbligatorio essere in possesso di un tampone (rapido o molecolare) negativo, anche se vaccinati. Lo stesso per andare al bar o in discoteca. L'Irlanda, che ha già introdotto l'obbligo di test per i vaccinati che arrivano dai Paesi Ue, ripristinerà il coprifuoco a partire dalle 20 fino a fine gennaio. L'altro fronte è quello dei vaccini. Von der Leyen ha annunciato che i 27 hanno deciso di attivare una prima opzione prevista dal contratto con Pfizer/BioNTech per ottenere ulteriori 180 milioni di vaccini (il maxi-contratto prevedeva l'acquisto di 900 milioni di dosi più un'opzione per altri 900 milioni). La presidente ha spiegato che si tratterà di vaccini adattati alla variante Omicron, anche se al momento il nuovo farmaco non è stato ancora messo a punto né ha ottenuto l'autorizzazione da parte dell'Agenzia del farmaco. L'Ue vuole evitare di ritrovarsi in una situazione come quella del 2020, quando la carenza di vaccini aveva causato un rallentamento delle campagne di immunizzazione. La Commissione stima che per i prossimi sei mesi serviranno 214 milioni di dosi «booster» più 54 milioni di dosi pediatriche, un totale di 268 milioni di vaccini.--© RIPRODUZIONE RISERVATA