In Slovenia e Croazia Covid-19 fuori controllo Oggi nuove restrizioni
Mauro Manzin / LUBIANASe non è il panico poco ci manca. Slovenia e Croazia fagocitate dal virus pandemico di Covid-19 traccheggiano e i governi non sanno a che santo votarsi. La riprova ne è che gli esecutivi di entrambi i Paesi hanno rinviato a oggi ogni decisione su nuove norme restrittive da emanare. L'unica cosa che sembra, e usare il condizionale in queste condizioni è d'obbligo, che non dovrebbero esserci nuovi lockdown (per ora).In Slovenia ieri i nuovi contagi sono stati 4.511 (record) con un tasso di nuovi infetti pari al 44,4% (quasi un tampone su cinque è risultato positivo). Nove i morti. I ricoverati per Covid-19 nel Paese sono 735 con 169 pazienti in terapia intensiva, numeri che, secondo quanto affermato pochi giorni fa dal ministro dell'Economia Zdravko Pocivalsek avrebbero portato a un nuovo lockdown. Lockdown che, secondo il pool di esperti presso il ministero della Salute sarebbe l'unica arma possibile per frenare la corsa del virus. Ma, come confermato ieri dal responsabile del governo per la campagna vaccinale, Jelko Kacin, per ora non ci sarà alcuno stop totale delle attività. Kacin che definisce inaccettabile e indecente che la sanità si aspetti una chiusura totale del Paese, ma d'altra parte non sa adattare il suo modo di lavorare alle esigenze delle persone che aspettano ore per fare la fila per la vaccinazione. «Da domani inpoi - ha dichiarato - si vaccineranno le persone sette giorni su sette, al mattino e al pomeriggio» e saranno aperti nuovi punti vaccinali. Oltre alla congestione dei reparti Covid, c'è anche la possibilità di inviare pazienti Covid all'estero, come confermato anche per la Tv Slovenia dal coordinatore per i letti Covid ospedalieri presso il ministero della Salute, Robert Carotta. Sicuramente il governo oggi varerà un'estensione della condizione Pct (malato, vaccinato, testato) ad attività aggiuntive. Potrebbero essere limitati gli orari di apertura dei ristoranti, e sul tavolo c'è anche una proposta per ri-dichiarare lo status di epidemia. Il sistema sanitario nazionale è sull'orlo del collasso, avvertono gli ospedali, il numero di posti letto occupati nelle unità di terapia intensiva ha raggiunto il limite massimo e il problema chiave è la mancanza di operatori sanitari, soprattutto infermieri formati per assistere i pazienti in terapia intensiva. Rispetto alle precedenti ondate di Covida-19, molti infermieri hanno rinunciato a questo lavoro e si cerca invano nuovo personale. Ad esempio il direttore medico della clinica chirurgica Matjaz Veselko ha perso 200 operatori sanitari su un totale di 1200. Ogni operatore accumula fino a 100 ore di straordinario al mese.In Croazia i numeri e i parametri della pandemia sono gli stessi. Ieri i nuovi casi sono stati 6.310 (record) con il tasso di positività al 44%. Solo nelle ultime 24 ore sono stati ricoverati 233 pazienti e le vittime sono state 32. «Nessuno in Europa era pronto per questo. Non dirò nemmeno quali scenari abbiamo in mente, siamo dolorosamente consapevoli di tutto. Per questo chiediamo alla nazione di essere vaccinata», ha detto ieri il ministro della Salute Vili Beros. «Chiedo alla nazione di fidarsi degli scienziati e dei medici. Non devono fidarsi di me, basta che si fidino degli scienziati», sono ancora parole di Beros. «Invito tutti a essere consapevoli della situazione, questa è una pandemia globale in cui le persone stanno morendo - ha proseguito il ministro - posso capire che qualcuno si rifiuta di essere vaccinato, ma non testato». Alla fine, ha detto che «spera di non aver bisogno di una ricevuta per andare al centro commerciale o prendere un caffè, ma come si vedrà tutto domani» (oggi ndr.).Il governo ha nuovamente invitato i cittadini a vaccinarsi, sottolineando che le misure di base rimangono le più efficaci: mantenere le distanze, indossare una mascherina, lavarsi le mani, ventilare, evitare assembramenti e spazi chiusi. Il ministro dell'Interno e capo della sede nazionale della protezione civile Davor Bozinovic ha spiegato che le irregolarità più "in voga" nel Paese sono «la fornitura di servizi di ristorazione al di fuori dell'orario di lavoro, dopo le 24 ore, al mancato utilizzo di mascherine protettive, al mancato rispetto della distanza prescritta tra i tavoli e alla distanza fisica all'interno, nonché al mancato utilizzo delle mascherine in pubblico. trasporto». «Le cause della rapida crescita risiedono in noi stessi - ha concluso il ministro Beros - nel nostro disprezzo per le misure epidemiologiche di base, nonché nell'insufficiente consapevolezza dei benefici del vaccino».Certificati Covid per centri commerciali, ristoranti...Oggi dovrebbero essere proposte alcune misure per calmere la situazione in due o tre settimane. «La vaccinazione è ancora la misura migliore e più sicura», ha affermato il primo ministro Andrej Plenkovic. --© RIPRODUZIONE RISERVATA