Censimento in Croazia l'appello alla comunità «Dichiaratevi italiani»
polaTorna il censimento in Croazia dal 13 settembre al 7 ottobre, e per la nostra minoranza si riapre la fase degli appelli a dichiararsi italiani. Per tale motivo l'Unione italiana, l'organizzazione che rappresenta i connazionali in Croazia e Slovenia, ha avviato una campagna di sensibilizzazione rivolta ai connazionali, affinchè esprimano liberamente la loro appartenenza etnica. L'appuntamento con il censimento è sempre stato, ogni dieci anni, un passaggio delicato. Nel 2011 i cittadini di nazionalità italiana in Croazia erano 17.807 rispetto ai 19.636 del 2001, mentre i cittadini dichiaratisi di madrelingua italiana sono stati 18.573 (20.591 dieci anni prima). Dati che indicano un lento ma continuo calo. Fra le cause, oltre all'influsso dei matrimoni misti, la tendenza di numerosi italiani dell'area istriana e quarnerina a dichiararsi "istriani". Nel 2011 sono stati ben 25.000, anche se la categoria non viene ufficilamente riconosciuta. L'Unione Italiana si è messa in moto per convincere gli indecisi a dichiararsi italiani. La campagna di sensibilizzazione è stata presentata ieri a Pola nel corso di una conferenza stampa, alla quale erano presenti fra gli altri il deputato della minoranza italiana al Sabor Furio Radin e la vicepresidente della Regione Istria Jessica Acquavita. Il presidente della giunta esecutiva Ui Marin Corva ha sottolineato che sono stati previsti 30 mila euro per le spese delle lettere inviate alle famiglie, gli spot promozionali, la pubblicità sui media e sui cartelloni stradali. «L'obiettivo prefissato - ha aggiunto il presidente dell'Ui Maurizio Tremul - è sensibilizzare i connazionali rispetto al censimento della popolazione in Croazia, che si terrà da metà settembre e durerà fino al mese successivo, affinché si dichiarino italiani». «Le lettere che stiamo inviando - ha sottolineato Tremul - a tutti i soci effettivi delle Comunità degli Italiani presenti in Croazia (per un totale di quasi 29.000) lettere, fanno leva sul senso di orgoglio e di appartenenza ad una grande nazione che ha dato grandi nomi alla cultura e alla scienza, come Da Vinci, Dante, Petrarca, Michelangelo, e quindi fa leva sulla fierezza di far parte di questa cultura, di parlare questa bellissima lingua e di avere questa identità». Alla domanda perchè in Croazia non sia stata avviata una battaglia in Parlamento per l'eliminazione della conta etnica, come avvenuto in Slovenia dove agli Italiani sono risparmiate ansie e timori sul futuro dei loro diritti, ha risposto Tremul. «La situazione giuridico costituzionale tra i due Paesi è molto diversa - ha detto -. In Croazia i diritti alle minoranze sono riconosciuti in base alla loro percentuale sulla popolazione complessiva. Fino a quando persiste tale impostazione delle leggi, la dichiarazione etnica è importante per la definizione del livello dei diritti. La battaglia per l'eliminazione della conta deve essere fatta con il concorso di tutte le minoranze nazionali e delle forze politiche in quanto per cambiare le cose serve il voto dei 2/3 del Sabor». V.C.