Le scuole chiuse a Gradisca La grana congedo parentale
Luigi Murciano / GRADISCADisagi per l'organizzazione della vita lavorativa e familiare. E la grande incognita dei congedi parentali. Continua a tenere banco, a Gradisca, la questione della maxi-quarantena disposta dal Dipartimento di Prevenzione di Asugi nei confronti dell'intera popolazione scolastica del comprensivo "della Torre": 500 alunni di tre plessi (materna, primaria e medie) e 80 persone fra personale amministrativo e Ata per le quali è stato disposto l'isolamento sino all'8 e 9 marzo prossimi a causa di 15 contagi e, fra questi, almeno un collegamento indiretto con la temuta variante inglese rintracciata nell'azienda monfalconese Sbe.Un provvedimento-choc che le famiglie gradiscane faticano a digerire e ritengono indiscriminato e sproporzionato. E foriero di notevoli disagi e sacrifici. Le segnalazioni continuano a pervenire senza sosta. Oggi è il caso di un gruppo di genitori della scuola dell'infanzia, che invoca risposte da parte di Asugi: «La maggior parte dei genitori non contesta il provvedimento di chiusura delle scuole, le cui motivazioni sono state enunciate anche pubblicamente dall'assessore regionale Riccardi - è la premessa -. I genitori contestano i provvedimenti indiscriminati di quarantena erga omnes, senza distinguere i casi specifici e il fatto che a ciò non venga ancora data alcuna spiegazione in merito, seppure richiesta da molti genitori, da parte di Asugi». Secondo i genitori, ci sono bambini che non si recavano a scuola sin dall'8 febbraio, con tamponi negativi svolti nelle giornate del 13 18, o 19 febbraio. E da allora non più rientrati a scuola. «La domanda è perché siano stati posti tutti in modo indiscriminato in quarantena - prosegue la missiva - e per molto più dei 14 giorni di cui ha parlato pubblicamente lo stesso sindaco. Ci chiediamo se per i bambini di Gradisca valgano le stesse regole degli altri cittadini».I genitori non contestano, insomma, la chiusura della scuola: ma l'obbligo a rimanere isolati in casa per tutti, indistintamente. Cosa che ad esempio non è avvenuta a Monfalcone, nonostante l'evidente legame della città dei Cantieri con il focolaio Sbe. «Violare la quarantena è un reato penale. Nessuno ha chiesto la ripresa della scuola, bensì la possibilità, conclusa la quarantena mirata in base al singolo caso, di poter almeno uscire con i propri genitori, come tutti gli altri cittadini. Ciò riguarda la salute mentale dei bambini stessi. A Gradisca si è creato un pericoloso precedente». Ed è un precedente che riguarda anche la delicata partita dei congedi parentali per i genitori costretti ad astenersi dal lavoro a causa del provvedimento di quarantena. «I congedi, esclusi quelli per le scuole medie e nelle sole zone rosse locali, sono al momento congelati - denuncia il sindacalista Thomas Casotto, Cgil - e comunque non riguardano lavoratori in proprio come artigiani e partite Iva. La bomba sociale è dietro l'angolo». Ne è consapevole il Comune della Fortezza, che ieri ha confermato azioni a livello romano per fare in modo che - perlomeno - il "Caso Gradisca" riesca a sbloccare questa situazione di stallo anche a livello nazionale. «Abbiamo preso contatto con diversi parlamentari affinché il precedente congedo parentale, che tutelava tutte le situazioni, venga prorogato quanto prima con un atto del nuovo governo» fa sapere il sindaco Linda Tomasinsig. --© RIPRODUZIONE RISERVATA