Il prossimo futuro tra sanità e diritti al maxi-vertice Cisl di Monfalcone
Laura Blasich / monfalconeDella lezione impartita dalla pandemia bisogna fare tesoro, adeguando in fretta la capacità di risposta del sistema sanitario regionale e mantenendo alta l'attenzione sulle case di riposo. È il principale messaggio emerso con forza dal maxi-vertice della Cisl Funzione pubblica, ospitato ieri nella sala convegni di Marina Lepanto a Monfalcone. «Bisogna velocizzare l'attuazione del piano emergenza - ha detto il segretario regionale della categoria Massimo Bevilacqua - per non ricadere nella situazione in cui ci siamo trovati allo scoppio dell'emergenza. Per questo bisogna utilizzare velocemente gli oltre 25 milioni già devoluti dal livello nazionale, ad esempio per implementare i posti letto nelle terapie intensive, dai 26 dei mesi scorsi ai 109 previsti dal governo per il Friuli Venezia Giulia». Nel frattempo quasi 800 lavoratori - tra sanità pubblica, privata e case di riposo - sono stati contagiati nei mesi del lockdown e oggi attendono garanzie e tutele operative. «Allo stesso modo - ha incalzato il segretario regionale Alberto Monticco - occorrerà vigilare sulle case di riposo attuando un protocollo dedicato: apriamo al confronto con l'assessore regionale alla Sanità, Riccardo Riccardi». Ma dal dibattito è emersa con forza anche la questione dello smart-working: «Il lavoro agile può diventare un'alternativa, per alcune funzioni e per i lavoratori fragili, ma solo se regolamentato in modo chiaro», ha affermato il segretario nazionale Maurizio Petriccioli. L'allusione è anche alla possibile estensione, al vaglio del governo, dello stato di emergenza fino al 31 gennaio. «La legge sul lavoro agile risale al 2017 ed è stata derogata in fase emergenziale - ha continuato Petriccioli -. Ci troviamo in un vuoto normativo che va assolutamente colmato». Nell'accordo quadro richiesto dalla Cisl Fp dovrebbero esserci non solo la costituzione di luoghi sicuri e vicino casa nei quali lavorare, ma anche la definizione di tutti quei diritti contrattuali (ad esempio buoni pasto, indennità di reperibilità) che costituiscono parte della busta paga e che con lo smart-working vengono a cadere, senza essere ancora stati compensati. Non poteva poi mancare un cenno alla possibile riforma delle pensioni, con lo stop di quota 100 e l'uscita a 64 anni. «La cosa più importante oggi - ha concluso Petriccioli - è reintrodurre una finestra di flessibilità di uscita, dando per assodato che non tutte le persone e non tutti i lavori sono uguali: il resto è oggetto di negoziazione». --© RIPRODUZIONE RISERVATA