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l'intervistaAndrea CastaniniIl presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a pochi giorni dall'inaugurazione del ponte, oggi tornerà a Genova per commemorare le 43 vittime del Morandi e rendere omaggio alla Radura della Memoria, a loro dedicata.Presidente, a due anni dal crollo del Morandi, l'impegno di costruire un nuovo ponte per Genova è stato mantenuto. Ma come disse il presidente Mattarella un anno fa in una lettera al Secolo XIX, il giornale della città, la ferita non sarà sanata fino a quando non saranno puniti i responsabili della tragedia e non saranno realizzate le condizioni perché un fatto tanto grave non si ripeta. Il primo compito spetta alla magistratura, sul secondo cosa sta facendo il governo?«Le parole del Presidente Mattarella sono un continuo stimolo, per noi, utile a garantire che una tragedia del genere non si ripeta più. La partecipazione dello Stato in Autostrade va in questa direzione, perché contribuirà ad assicurare più controlli e sicurezza sulla nostra rete. Non solo. Permetterà anche più efficienza e tariffe più eque. Le nostre infrastrutture sono un bene pubblico prezioso, non consentiremo più che questo principio venga calpestato».Quali promesse si sente di fare ai familiari delle 43 vittime del crollo?«Non mi sento di fare promesse a persone che hanno sofferto così gravi perdite. Garantisco però l'impegno a far sì che da questa tragedia origini una più scrupolosa attenzione da parte dello Stato per le infrastrutture pubbliche. In questi giorni stiamo finalizzando il negoziato con Autostrade e confido che la soluzione definitiva possa rivelarsi un concreto segnale per loro. All'indomani della decisione, ho parlato con Egle Possetti, perché ritenevo doveroso che chi, in quella tragedia, aveva perso i propri cari fosse direttamente informato dalle Istituzioni. Continueremo inoltre ad essere al fianco delle famiglie delle vittime sino a quando non si concluderanno gli accertamenti penali in corso e non verranno imputate in via definitiva le relative responsabilità».Il 14 luglio è stato annunciato come imminente l'ingresso di Cdp in Autostrade per l'Italia, con il conseguente cambio di controllo della società. Intanto il nuovo ponte è stato affidato in gestione agli stessi concessionari presenti al momento del crollo. Non sarebbe stato più opportuno chiudere la partita prima dell'inaugurazione?«Se ci fossero state le condizioni per chiudere prima l'accordo, lo avremmo fatto senza indugio. Purtroppo è stato un confronto faticoso, molto duro, all'esito del quale possiamo dire di avere prefigurato una soluzione equilibrata, che garantisce il preminente interesse pubblico nella gestione di un'infrastruttura che rappresenta una dei maggiori asset strategici per il Paese». È in grado di fissare una scadenza per l'intesa con Atlantia e Benetton? E la possibilità della revoca della concessione resta sul tavolo?«Ci stiamo lavorando senza sosta, anche in questi giorni. Rimangono da definire molte questioni di dettaglio. L'importante è che siano rispettati tutti gli impegni assunti da Aspi e da Atlantia con la lettera del 14 luglio scorso. Il procedimento di contestazione a suo tempo aperto si chiuderà solo quando verranno apposte tutte le firme ai relativi accordi. Al momento, sono due i tavoli tecnici in corso, quello per riscrivere la concessione e quello che riguarda il nuovo assetto della società».Può escludere che eventuali accordi con gli attuali proprietari di Autostrade prevedano la cancellazione di azioni di responsabilità per carenze nella manutenzione nel passato?«Non intendiamo cancellare un bel nulla. Per quanto ci riguarda gli accordi che andremo a sottoscrivere non prevedono rinunce a eventuali azioni di responsabilità. Tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini passa inevitabilmente dall'accertamento di responsabilità presenti, passate e future, ove sussistano gravi inadempienze e imperdonabili negligenze». Per la Liguria è stata un'estate di disagi, dovuti ai lavori straordinari nelle gallerie autostradali. Una situazione di deterioramento simile non si è verificata in pochi anni. Possibile che lo Stato non si sia accorto delle carenze nella manutenzione? Il ministero delle Infrastrutture è adesso in grado di eseguire autonomamente le ispezioni? E quando sarà operativa l'Agenzia per la sicurezza delle infrastrutture?«I lavori straordinari e i disagi dimostrano due cose: che per tanti, troppi anni non è stato fatto abbastanza e che il Governo sta lavorando alacremente. Con il riequilibrio del rapporto tra lo Stato e i concessionari autostradali incrementeremo la manutenzione e la sicurezza. Sono state delineate linee guida omogenee sulla sicurezza delle gallerie e dei viadotti da applicare su tutta la rete nazionale. Abbiamo inoltre imposto che i concessionari affidino tutti i controlli a soggetti terzi, onde evitare la sovrapposizione tra controllati e controllori. Il Ministero delle Infrastrutture ha eseguito numerose ispezioni e da tempo sta rinforzando l'organico con tecnici dedicati, mentre in autunno sarà operativa un'Agenzia nazionale». Chi pagherà i danni per i disagi subiti dal porto, dagli autotrasportatori e dalle imprese per i cantieri estivi sul nodo autostradale di Genova? E in quali tempi?«Al Ministero delle Infrastrutture è stato costituito un gruppo di lavoro insieme al Comitato "Salviamo Genova e la Liguria" per individuare le modalità di misurazione del danno e la quantificazione degli indennizzi. I primi dati verranno presentati il 2 settembre». Perché la Gronda autostradale di Genova, opera già cantierabile, non viene sbloccata dal ministero delle Infrastrutture? «Nel decreto-legge semplificazioni abbiamo inserito 130 opere strategiche tra cui la Gronda. Il progetto è già definito. Il via libera arriverà non appena sarà pronto il nuovo piano della concessione autostradale con il relativo piano economico finanziario». Condivide la proposta del sindaco di Genova Bucci di utilizzare una parte dei finanziamenti del Recovery fund per migliorare le infrastrutture a servizio del principale porto del Nord Ovest?«L'Italia deve tornare a correre e a investire nelle infrastrutture, sia nell'ammodernamento di quelle esistenti sia in nuove opere. È un passaggio obbligato. Una quota delle risorse europee sarà dedicata al potenziamento dei collegamenti da e per i porti italiani come quello di Genova, fondamentale per la ripresa del Paese».Si è parlato molto del modello Genova. Pensa che il ricorso a commissari e le procedure accelerate di assegnamento dei lavori siano replicabili a livello nazionale senza esporre i cantieri al rischio di infiltrazioni criminali?«Quello per il ponte di Genova è stato un modello vincente, che ha ottenuto anche la valutazione favorevole della Dia, in quanto "perfetta sintesi" tra rapidità nell'esecuzione dei lavori ed efficacia nelle procedure di monitoraggio antimafia. Con il decreto-legge semplificazioni conferiamo poteri gestionali ed esecutivi a tutte le stazioni appaltanti, con possibilità, ove necessario, di nominare commissari, come avvenuto proprio qui a Genova. Dobbiamo correre, ma nel segno della trasparenza e della legalità. Per questo, saranno rese più spedite ed efficaci, ma contestualmente rafforzate, le misure dirette a scongiurare le infiltrazioni malavitose. Non ci sarà spazio per gli appetiti criminali». --© RIPRODUZIONE RISERVATA