È in bilico la frana sulla Torino-Savona «Quattro mesi per un nuovo ponte»

Alessandra CostanteAlberto Parodisavona. Ricostruire in quattro mesi la parte del viadotto crollata: una campata in acciaio senza piloni per saltare la frana che si è riversata nel canalone e ha trascinato con sé il pilone del viadotto Madonna del Monte. L'idea di Autofiori (Gruppo Gavio) diventa qualcosa più di un'ipotesi al tavolo convocato in Prefettura a Savona al cospetto della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli e del presidente della Regione Giovanni Toti. Ed è l'ad Bernardo Magrì a farsi carico di spiegare: «Stiamo già lavorando a questa possibilità con la nostra unità di crisi». Qualche ora dopo, il dettaglio viene affidato ad una nota ufficiale: «La concessionaria ha già avviato l'iter progettuale e costruttivo del nuovo ponte oggetto del crollo, attivandosi con sondaggi in situ, sviluppo delle attività di ingegneria e affidamento delle opere». I tempi, però, non sono nella disponibilità di Autofiori: 3 o 4 mesi per la costruzione del ponte, ma «una volta ottenute la disponibilità delle aree e tutte le autorizzazioni previste». E qui, i tempi, potrebbero allungarsi molto. Anche soltanto per la rimozione dei detriti e l'ok della Procura di Savona che ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo e sequestrato il viadotto. Sono impressionanti le dimensioni della colata di terra e acqua che si è staccata dalla collina. Autofiori parla di 20 o 30 mila metri cubi «in una zona classificata come a scarso rischio geologico e non di pertinenza della società concessionaria», spiega. La ferita nel fianco della collina ad un chilometro e mezzo da Savona, lungo la corsia della A6 che sale verso la Val Bormida, secondo Nicola Casagli dell'Università di Pisa e Luca Ferraris della Fondazione Cima, centri di competenza della Protezione Civile nazionale, sarebbe stata aperta da almeno 30 mila metri cubi di terra e acqua, scesi da 300 metri d'altezza, correndo a circa 20 metri al secondo. Quindici secondi per sradicare il pilone e travolgere il viadotto. «È stata rapidissima - hanno detto gli esperti - con un impatto devastante». Colpa della pioggia degli ultimi 30 giorni, dicono Casagli e Ferraris dopo aver sorvolato in elicottero lo smottamento: un terreno agricolo, poi abbandonato in una zona considerata a rischio moderato o basso. E ora, anche se la frana sembra ferma, ci sono ancora 15 mila metri cubi di materiale che potrebbero scendere in qualsiasi momento. Il lavoro degli investigatori è finalizzato anche a risalire ai proprietari (una decina) dell'area franata. In passato, era finita in qualche progetto di interesse pubblico. Sulla tratta savonese della A6 le Fiamme Gialle stavano già lavorando ipotizzando il reato di falso in atto pubblico (contro ignoti). Al centro dell'inchiesta i report su controlli e manutenzioni di tre viadotti. Non c'era il Madonna del Monte. -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI