taglio dei parlamentari e piatti di lenticchie
Racconta la Bibbia che Esaù cedette la primogenitura per un piatto di lenticchie. Si è trovato il Pd nella stessa deprecabile situazione quando, entrando nel governo, ha accettato di votare il grillino taglio dei parlamentari in precedenza avversato? Il documento sulle possibili riforme dei capigruppo è qualcosa di simile al piatto di lenticchie?A queste domande si può rispondere soltanto dopo aver esaminato quel documento per coglierne la filosofia istituzionale. Approfondimento, questo, che non è frequente, giacché spesso in questo Paese, dove i pretesi costituzionalisti sono tanti quanti i pretesi commissari tecnici della Nazionale di calcio, ci si limita a dire, come su Facebook, se ogni singola misura di riforma piace o non piace.Per vero il documento non dice molto. Parla dell'abbassamento dell'età per l'esercizio del diritto di voto per ambedue le Camere. Prevede l'abbandono dell'elezione su base regionale del Senato. Sollecita l'impegno per l'approvazione di una nuova legge elettorale al posto del malfamato Rosatellum, impraticabile dopo il taglio dei parlamentari. Indica la necessità di una riforma dei regolamenti parlamentari. È un elenco generico, che richiede la revisione della Costituzione solo per quanto attiene all'età di voto e alla base regionale dell'elezione del Senato. Quindi, allo stato, ci si può aspettare un intervento sui rapporti fra governo e Parlamento solo dai regolamenti parlamentari. Nulla si dice esplicitamente sull'introduzione della sfiducia costruttiva, ovvero sull'adozione del modello francese di impegnativa della responsabilità del governo, cui in qualche modo apriva la peraltro contestata riforma Renzi. Dovrebbe comunque essere riformata la disciplina dei lavori parlamentari, facendo chiarezza nel quadro della Costituzione in vigore. Ormai è fin troppo evidente che su alcuni fronti il governo ha cercato di guadagnare una primazia che va a tutto danno del Parlamento. Il quale è costretto a subire l'esame dei decreti legge come una sorta di corsia preferenziale dell'iniziativa legislativa governativa. Inoltre, le Camere hanno margini progressivamente ridotti in materia finanziaria ed economica, subordinati alle informazioni che passa loro il governo, spesso destinate a prevalere per vincolo politico sui consigli di Banca d'Italia, Ufficio parlamentare del bilancio e Corte dei conti. E ancora, Camera e Senato subiscono la prassi dei maxiemendamenti, che consentono al governo di cambiare le carte sul tavolo delle delibere parlamentari sino all'ultimo minuto della procedura di approvazione delle leggi.Le accennate misure riformatrici avrebbero, dunque, il solo merito di riportare i rapporti costituzionali fra governo e Parlamento a una corretta implementazione della scelta parlamentare dell'Assemblea Costituente. Difficile intravedere spazi per una vera e propria razionalizzazione di quei rapporti, che, salvaguardando i poteri del Parlamento, attribuisca al governo quel ruolo direttivo che oggi pretende di conquistarsi forzando il corretto equilibrio fra i poteri, magari con raffiche di questioni di fiducia. Né del resto è misura di razionalizzazione la pratica conservazione del bicameralismo perfetto con poteri egualmente determinanti delle due Camere. Cancellando la base regionale della elezione del Senato si allontana la possibilità di farne una camera rappresentativa delle Regioni. Possibilità, questa, demagogicamente rifiutata quando al tempo della peraltro infelice riforma Renzi si è detto che il Senato doveva essere eletto dal popolo e non dai Consigli regionali, quasi che questi non siano anch'essi eletti dal popolo.In definitiva, a stare al più volte citato documento, non sembra che il nostro parlamentarismo sia destinato a una revisione adeguata alle esigenze dei tempi. A meno di non guardare, oltre i termini dell'attuale maggioranza, all'elezione popolare del Capo dello Stato cara alle destre. Ma questo è un altro discorso che ci porterebbe aldilà di una funzionale correzione dei rapporti fra governo e Parlamento, su un terreno che la presidenza Trump negli Usa segnala pericoloso e ricco di tentazioni autoritarie. - BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI