«Crescita usando i 70 miliardi già stanziati per infrastrutture»
l'intervistadall'inviatoMaurizio TropeanoVincenzo Boccia, presidente di Confindustria, per la prima volta partecipa al forum Coldiretti di Cernobbio. Non lo fa da ospite, ma come uno dei protagonisti di un progetto che condivide con compagni di strada fino a poco tempo fa molto lontani. Coldiretti, appunto, ambientalisti come Ermete Realacci oppure padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del sacro convento di Assisi. «Pur nelle differenze, che ancora restano, condividiamo una direzione unica: in presenza di politiche serie e lungimiranti è possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell'Europa dandole forza e centralità. E può vedere un'Italia in prima fila». Presidente Boccia, bella sfida, ma come si realizza in concreto?«È finita l'epoca dell'autosufficienza. Vale per noi, imprese, attori sociali e governi, vale in chiave italiana ed europea. Occorre superare la politica dei saldi di bilancio per definire una politica dei fini. Occorre ridurre i divari in Italia ed Europa tra persone, territori e imprese».Per farlo, servono soldi ma in Italia, e anche in Europa, le risorse disponibili vengono utilizzate per altri fini. Come la mettiamo?«Servono realismo e pragmatismo. Siamo convinti che serva una riforma fiscale che agevoli i fattori di produzione a partire dalle imprese e dal lavoro. Siamo uno dei pochi Paesi che ha la patrimoniale sui fattori di produzione ma non vogliamo andare oltre perché siamo responsabili e con questo debito pubblico non ci mettiamo a fare, per adesso, questioni categoriali».Ma il governo in che direzione sta andando?«Non ci sono grandi aspettative, c'è il nodo risorse. Già va bene il fatto di non incrementare l'Iva. Bene l'intervento sul cuneo fiscale. È un primo passo e va inserito in un percorso di medio termine. Noi abbiamo indicato anche detassazione e decontribuzione dei premi di produzione di secondo livello. Aiuterebbe lo scambio salario produttività». Ma dove si trovano i soldi per la crescita? «Oggi è importante che il governo non prenda provvedimenti per rendere la vita difficile alle imprese dal punto di vista di burocrazia e tasse. In questo periodo tutti ci siamo concentrati su un dibattito corretto sui contenuti della manovra ma noi crediamo che si debba andare oltre per dare una scossa vera. È possibile realizzare una politica anti-ciclica attivando quei 70 miliardi di euro già stanziati per infrastrutture, che non farebbero aumentare il deficit ma farebbero partire i cantieri e l'occupazione».La nomina dei commissari da parte del governo non è sufficiente ad accelerare il percorso?«Serve un chiaro quadro temporale e delle responsabilità. I commissari possono essere una soluzione per far partire subito le gare, ma serve anche un quadro di regole chiare, semplici e non punitive per evitare gli eccessi e i blocchi. Il modello utilizzato per Expo può essere la strada perché indicava un fine da raggiungere in un determinato tempo e metteva a disposizione le risorse. Una volta imboccata questa strada, si potrebbero trovare altre risorse, 100 miliardi, dall'Ue».Cento miliardi? Con quali coperture?«Dalla costruzione di una stagione di investimenti rilevanti di infrastrutture transnazionali in chiave europea. Una stagione da mille miliardi di cui 100 in dotazione all'Italia, eventualmente finanziabili con eurobond. Da tempo anche la Bce di Draghi ci segnala che le sole politica monetarie anticicliche non bastano e occorrono anche politiche anticicliche economiche sia in chiave nazionale che europea. Questa sarebbe una misura choc che serve anche come risposta alla recessione, per altro già evidente in Germania, che i dazi Usa potrebbero accentuare».Come si conciliano i cantieri con la sostenibilità e la svolta green?«Investire nelle dotazioni infrastrutturali non è antitetico agli investimenti green. Al contrario. Ad esempio le gare che sta facendo Anas per la costruzione di nuove strade hanno già introdotto dei parametri che valutano gli effetti in termini economia circolare e sostenibilità. Nei capitolati si possono inserire dei requisiti che possono fare diventare green gli investimenti infrastrutturali rendendoli sostenibili in termini di effetti ambientali, economici e sociali». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI