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Barcolana e cucina. Un binomio che negli ultimi anni si è talmente cementato da dare origine alla Chef, una sfida tra equipaggi in mare e tra cuochi a terra.In realtà la seconda domenica di ottobre la vera sfida è tra le cambuse di bordo e, complice la sveglia all'alba, i primi taglieri escono ben prima del colpo di cannone. Il piatto tipico è il prosciutto cotto in crosta con senape e cren accompagnato da un buon bianco e per i più audaci anche da un terrano. Ma non mancano i fritti anche perché i sardoni impanati il giorno dopo regalano più di qualche soddisfazione così come quelli in savor.Il segreto è nel preparare la cambusa con piatti già pronti anche perché di base in barca lo spazio a disposizione è decisamente poco. Ma la Barcolana in ogni caso è una delle poche eccezioni della vela dove la cucina è qualcosa di più. Giovanni Soldini ad esempio è diventato maestro nel conciliare i cibi liofilizzati con qualche piacere. Nel giro del mondo in solitaria del 1998 Soldini - che non sarà alla Barcolana 51 - riesce a vincere e nel suo libro "Nel blu" racconta brevemente anche dell'alimentazione: oltre al cibo liofilizzato c'è spazio per pasta, riso, tortellini, passate e qualche bottiglia di vino.Marzio Braida, preparatore atletico di velisti di primissimo piano come Alberto Bolzan (due giri del mondo in equipaggio Volvo Ocean Race), Vasilij Zbogar (un bronzo e due argenti alle olimpiadi) e Pavlos Kontidis (un argento olimpico), ha vissuto l'evoluzione di questo sport: «una volta, in particolare per la vela olimpica, era solo questione di tecnica, tattica, strategia e materiali. Oggi a questo si aggiunge in modo determinante la preparazione atletica e l'alimentazione che ti garantiscono la lucidità e l'energia, perché nella vela - essendo uno sport di "situazione" - si devono prendere decisioni determinanti in poche frazioni di secondo anche dopo sette ore di mare. Ormai - aggiunge Braida - qualsiasi tipo di velista, dalla Coppa America, alle classi olimpiche, o nel giro del mondo e nei monotipi, deve dare importanza all'alimentazione. Serve un calcolo preciso del fabbisogno calorico giornaliero individuale che viene applicato ad un velista che necessita di un mantenimento del peso, una riduzione o anche un aumento dello stesso. Questo studio, svolto solitamente da un dietologo, si intreccia poi con la preparazione atletica che può essere in palestra o con attività aerobiche come ciclismo o corsa». --A.P.