Gioielli spariti dal furgone, autista nei guai
«Non viene data la concessione del suolo pubblico nell'area di piazza Unità, perché c'è una targa che indica un preciso momento storico relativo all'annuncio delle leggi razziali del 1938, dove ogni anno si celebra una manifestazione attinente. Non può essere oggetto strumentale di altri significati». È questa la risposta che è stata data al "Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci" che aveva in programma oggi una marcia antifascista per ricordare quella su Roma del 1922 e gli antefatti avvenuti a Trieste il 13 luglio del 1920 e che poi deflagrarono nell'incendio del Narodni Dom. Niet anche per analoghe manifestazioni di pace. «Nessuno è proprietario di quello spazio che invece porta un determinato significato, il Comune è prevenuto politicamente», risponde il presidente Luciano Ferluga, che comunque proclama il lutto simbolico in memoria delle persecuzioni e delle vittime della dittatura fascista oggi alle 17 in piazza Unità, invitando la cittadinanza a portare un fiore vicino alla targa. Hanno aderito: Cgil, Cisl, Uil, Acli, Anpi-Vzpi, Aned, Anppia, associazione Tina Modotti, Rc, Pci e Alleanza popolare per la democrazia e l'uguaglianza, Pd, Skgz e Sso. In caso di maltempo il ritrovo è sotto i portici del municipio. di Gianpaolo SartiDecine e decine di articoli di marca - orologi di lusso, occhiali e abiti griffati per un valore complessivo di oltre 35 mila euro -, sparite misteriosamente dagli scatoloni di un corriere espresso mentre l'addetto stava scaricando la merce in strada. Due maxi furti avvenuti entrambi di giorno e in pieno centro. Due colpi, inoltre, curiosamente messi a segno sempre all'interno dello stesso mezzo. Una vicenda che registra ora un colpo di scena. A distanza di un anno dai raid (tenuti entrambi rigorosamente sotto silenzio), si è saputo infatti che l'autista che aveva denunciato i fatti alla polizia e ai carabinieri, si trova oggi a sua volta indagato. Secondo il pubblico ministero che conduce le indagini, Lucia Baldovin, sarebbe stato proprio lui ad arraffare tutto, facendo poi la parte della vittima in commissariato e in caserma così da non destare sospetti. Possibile? Saranno gli sviluppi dell'attività investigativa a dirlo con certezza. Intanto quel che è certo è che Manuel Balestrucci, l'autotrasportatore alla guida del camioncino, è finito nei guai. Il legale che lo difende, l'avvocato Roberto Corbo, è naturalmente convinto dell'innocenza del proprio assistito. E, anzi, manda un appello all'intera cittadinanza: «Aiutatemi a trovare il testimone».Non "un" testimone qualsiasi, ma appunto "il" testimone. Perché, stando a quanto riferito dall'indagato, il primo furto sarebbe stato in qualche modo «notato» da un motociclista che stava sopraggiungendo mentre il furgone era in sosta. Questa persona si sarebbe accorta di un individuo che usciva in fretta e furia dal mezzo mentre il corriere stava facendo le consegne. Il centauro avrebbe pure allertato il malcapitato: «Guarda, ho visto un tipo che se ne stava andando...», avrebbe detto in buona sostanza all'autotrasportatore secondo la ricostruzione fatta dal sui legale . Ma la vicenda è ben più articolata. Manuel Balestrucci è un triestino di 41 anni. Lavora per l' "Alma logistica scarl", una ditta di trasporto a cui si appoggia la Tnt. Il 29 novembre dell'anno scorso, tra le 12.45 e le 13.15 si trova in corso Italia, all'altezza del numero civico 35 per una consegna da effettuare con il suo Renault Master. Mentre sta per ripartire, un motociclista si avvicina e lo avvisa che dalla porte posteriore è appena saltata fuori persona. Alla consegna successiva, in via Mazzini, Balestrucci controlla all'interno del Master e si accorge che alcuni pacchi sono aperti. Così, almeno, racconta alla polizia. Manca una scatola di 3 chilogrammi indirizzata alla gioielleria "Le Montre" di via Roma, che custodisce due orologi Pilot's Watch per un totale di 10.250 euro; una profumi Bulgari da 98,20 euro destinata a "Sephora" di via Imbriani; e, ancora, un pacco da 15 kg con abbigliamento per il negozio "Taurus" di via San Nicolò: ben 34 capi di maglieria del valore di 5.917 euro. Qualche giorno dopo, il primo dicembre, sempre in centro, un ulteriore furto: stavolta l'addetto si accorge che mancano cinque colli. Si tratta di un pacco Armani per "Coin" (16 capi di maglieria da 570,90 euro) e di due per l'ottica "Safilo" che contengono ben 73 occhiali Gucci, per complessivi 15.960 euro. A ciò si aggiungono due scatole di cosmetici per altrettanti negozi, per un altro migliaio di euro, e uno scatolone per "Corner" con merce da 2.880 euro. Balestrucci si accorge dell'ammanco quando è già in strada per il giro di routine: deve portare il materiale ai rispettivi punti vendita, ma nel suo Renault la roba è svanita nel nulla, sebbene risulti regolarmente caricato dal personale in sede. Il portellone, stavolta, risulterebbe danneggiato. Qualcuno, forse, l'ha forzato? L'autotrasportatore, che da quanto si evince ora non lavora più per la Tnt, deve dimostrare che lui non c'entra niente con i furti. Una perquisizione nella sua abitazione, avvenuta nei mesi scorsi, non avrebbe portato ad alcun esisto. Ma per scagionarlo, serve quel testimone che si sarebbe accorto del misterioso figuro che scendeva dal camioncino. La sua deposizione, sempre che il personaggio in questione esista realmente, risulterà fondamentale. «Chiunque sia - ripete l'avvocato - si faccia avanti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA