Altran: «La delibera? È normale, ma va fatta un’analisi costi-benefici»

di Tiziana Carpinelli Per Silvia Altran, «non retrocedere di un millimetro rispetto alle posizioni iniziali non è stato sempre facile». La prima cittadina è consapevole che la partita delle comunali 2016 si disputerà anche sullo scacchiere del Lisert. E che il suo aver in ogni caso mantenuto sul rigassificatore un «atteggiamento laico», come lei stessa afferma, potrà essere strumentalizzato dalle forze politiche antagoniste. Non parliamo solo del centrodestra, ma anche del Movimento 5 stelle, new-entry in procinto di varare una lista con candidato autonomo e idee ben definite su SmartGas. Eppure anche oggi, dopo l'impossibilità a esprimere un parere da parte della Regione, Silvia Altran detta la linea: benché non tenuto dalla legge, Alessandro Vescovini «deve presentare un'analisi costi-benefici del progetto». Per un semplice motivo: capire quali ricadute l'impianto determinerà sul territorio, quanti posti di lavoro e quali compensazioni reclamare sulla base dei possibili "impatti". «È una richiesta - spiega il sindaco - che fin dalle prime battute ho formulato al proponente e non cambio idea oggi». Quanto alla delibera proposta dall'assessore regionale Sara Vito, Altran non rileva incongruenze, anzi le pare «normale». «E lo dico - prosegue - per aver seguito molto da vicino l'intero iter dell'escavo: anche se ora siamo vicini alla sua realizzazione non scordo che in passato situazioni analoghe si erano riscontrate». Insomma, «l'imprenditore non ha risposto esaustivamente a tutte le controdeduzioni espresse dai soggetti deputati a formulare osservazioni e rilievi al progetto nell'ambito della Via». Tra questi punti il sindaco inserisce l'analisi costi-benefici, una «strada che va percorsa». «Perché - aggiunge - se sul territorio si decide di installare un impianto di tali dimensioni è imprescindibile una valutazione degli aspetti positivi o meno che ne deriveranno». «È vero - osserva sempre il sindaco - che l'analisi costi-benefici, per legge, è un obbligo solo per le opere pubbliche e non per quelle private, ma è incontrovertibile che il rigassificatore, un domani, si troverà a interagire con diverse opere pubbliche: lo scalo portuale, la ferrovia, la rete autostradale. Per questo ritengo importante fare ulteriore chiarezza». «Io - prosegue - ho fin dall'inizio mantenuto un atteggiamento laico verso il progetto. Senz'altro l'impianto ha due aspetti positivi: la realizzazione in città di un distributore di gas liquido, carburante meno inquinante rispetto ad altri, e l'intervento di privati per il prolungamento della banchina. Dell'occupazione, posso dire che i numeri non sono significativi per l'impianto in sé; magari sono possibili scenari interessanti per l'attività di banchina, tuttavia anche questi aspetti sono valutabili solo attraverso la documentazione sollecitata. Tra gli aspetti critici, invece, le richieste di servitù per SmartGas». «A ogni modo - conclude Altran -, nel nuovo Piano energetico regionale non c'è scritto che un mini-rigassificatore va fatto qui, ma se deve essere creato a Monfalcone è giusto allora che la comunità abbia delle compensazioni, perché ha già un polo energetico e vi si confronta ormai da anni. Della serie: "Buoni sì, ma non troppo"». ©RIPRODUZIONE RISERVATA