E.On vende le centrali al gruppo ceco Eph
MILANO Parte lo spezzatino di E.On Italia. Il gruppo tedesco, che aveva in piedi una trattativa con Edison per la cessione in toto dei propri asset italiani, ha trovato un accordo con la ceca Eph per la vendita di sette centrali (una a carbone e sei termoelettriche), rinunciando di fatto all'opportunità di vendere in blocco e uscire dal Paese, dove era entrata all'epoca dell'opa di Enel su Endesa. Perde così quota, forse definitivamente, l'ipotesi di una vendita in blocco di E.On Italia a Edison, visto che per gli asset più pregiati del gruppo tedesco in Italia, l'idroelettrico di Terni e i 900mila clienti, ci sono giù sul tavolo le offerte vincolanti di Erg ed Hera. L'accordo prevede la cessione della centrale a carbone di Fiume Santo, in Sardegna, e delle sei centrali a gas di Livorno Ferraris (Vercelli), Tavazzano (Lodi), Ostiglia (Mantova), Cef (Ferrara), Trapani e Scandale (Crotone), al gruppo energetico ceco Eph, holding che fa capo al patron dello Sparta Praga Daniel Kretinsky. Si tratta di 4.500 megawatt circa, in una transazione il cui valore non è stato annunciato ufficialmente, ma che secondo alcune indiscrezioni si aggirerebbe sui 300 milioni di euro, anche se alcuni analisti arrivano a ipotizzare una cifra pari a 500-600 milioni. Con questa mossa Kretinsky prosegue la propria campagna di acquisizioni in Europa, che potrebbe, tra l'altro, non fermarsi qui. Dopo essersi aggiudicato una centrale e una miniera di lignite in Germania, ma anche la centrale a carbone di Eggborough nello Yorkshire, e, soprattutto, il 49% di Eustream, società che porta il gas russo in Europa attraverso la Slovacchia, l'uomo d'affari ceco punterebbe anche agli asset slovacchi che l'Enel ha messo in vendita, proponendosi così come il nuovo operatore forte in un settore travolto dalla crisi tra Russia e Ucraina e dal crollo dei consumi. L'accordo annunciato, intanto, consente alla Eph di sbarcare in Italia, dove, ha assicurato Kretinsky, la strategia del gruppo ceco «è a lungo termine e focalizzata sullo sviluppo. Per E.on, invece, si tratta del primo passo nella direzione dell'addio all'Italia, dove è rimasta per nemmeno sette anni. I tedeschi sbarcarono nel 2008 acquisendo alcuni asset di Endesa.