A Janša il controllo sugli 007 sloveni
In pratica è stato eletto sindaco (e da poche settimane riconfermato tale) dalle manifestazioni di piazza che hanno sancito la caduta del suo predecessore Franc Kangler. Ora però anche Andrej Fištravec rischia di fare la stessa fine, forse ancor più amara, visto che a chiederne la "testa" sono gli stessi che gli hanno regalato lo "scettro. Sta di fatto che Maribor proprio non ha digerito la manovra finanziaria 2015-16 voluta dal sindaco, tutta lacrime e sangue con pesanti tagli al settore dell'assistenza e a quello della cultura, neppure quando lo stesso primo cittadino ha deciso di congelarla. La gente è tornata in piazza a urlare la sua rabbia (foto) "convocata" dal gruppo "Rivolta contro i tagli al bilancio" apparso su Facebook. Una delle accuse è anche che il sindaco Fištravec non è raggiungibile, nè per posta, per mail o per telefono che è chiuso nelle sue segrete stanze dove opera solo in base alle sue logiche personali. E così in piazza sono riapparse le bandiere e le maschere della rivolta con una nutrita schiera di simboli anarchici.(m. man.) di Mauro Manzin wTRIESTE Buona la quinta. Il deputato e leader del Partito democratico (Sds), Janez Janša è stato eletto quale membro della commissione parlamentare per il controllo dei servizi segreti. Per la conferma della commissione serviva, alla Camera di Stato, la maggioranza assoluta (46 voti). A favore dell'ufficializzazione della commissione hanno votato 59 deputati, alcuni anche delle fila del maggior partito sloveno, ossia la Smc del premier Miro Cerar, mentre in 13 si sono espressi contrari. La commissione risulta quindi così composta: Branko Grims presidente (Sds), Matej Tonin (Nsi) vicepresidente, Janez Janša (Sds), Marjan Dolinšek (Smc), Benedikt Kopmajer (Desus), Jasna Murgel (Smc), Matjaž Nemec (Sd), Franc Tr›ek (Zl) e Žan Mahni› (Sds). Fino ad oggi e dopo quattro tentativi caduti nel nulla la maggioranza dei deputati non aveva confermato la commissione perché era contrario alla presenza nella stessa di Janez Janša, condannato in via definitiva a 2 anni di carcere per corruzione nel cosiddetto "Affare Patria". Ma dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha scarcerato - per il momento - il leader della Sds evidentemente l'atmosfera in Parlamento è cambiata ed è così giunto il "semaforo verde". Subito dopo il voto Janša ha lasciato la Camera di Stato. Janša che ieri ha presenziato, assieme al capo dello Stato, Borut Pahor, alla cerimonia in ricordo della prima caserma dell'Esercito della Slovenia a Ko›evska Reka e dove ha tenuto anche un discorso. Ma se la presenza di Janša a Ko›evska Reka è un diritto che gli è stato concesso dalla Corte costituzionale, la polemica, sorta dalle colonne del quotidiano Dnevnik, è relativo alla contemporanea presenza del presidente Pahor e alla partecipazione alla sfilata di un manipolo di giovani (maschi e femmine) perfettamente vestiti in uniforme dell'Esercito sloveno e dei gruppi speciali Moris, giovani che fanno parte dell'Associazione per i valori dell'indipendenza slovena (Vso). L'Associazione è presieduta da Aleš Hojs (Nsi) mentre il manipolo in uniforme è quello della sezione giovanile Triglav di cui fanno parte anche i giovani della Sds. Il grido di allarme giunge anche dal presidente dell'Associazione dei veterani dell'Esercito sloveno, Ladislav Lipi›. «La domanda principale - afferma - è chi educa e addestra questi giovani e se lo fa solamente per una manifestazione nel nome dell'appartenenza di uno schieramento politico oppure se lo addestra anche all'uso della forza». La normativa slovena in materia di uniformi è alquanto lacunosa al punto che possono indossarla anche i non appartenenti all'Esercito ma, a questo punto, è che le associazioni che le usano non sono sotto il controllo dell'autorità statale per cui non è sempre noto quale sia la finalità di tale utilizzo. Insomma Janša, in Slovenia, fa ancora paura. ©RIPRODUZIONE RISERVATA