Ancona, burrasca in porto Trapani, muore nel naufragio

ANCONA È stata una burrasca di «eccezionale portata», con venti da nord-est che «hanno superato i 50 nodi, i 120 km orari» quella che l'altra notte scorsa si è abbattuta su Ancona, causando la rottura delle cime di prua del traghetto greco Superfast 11: ruotando verso sinistra, la nave ha travolto alcuni piccoli pescherecci, affondandone due e danneggiandone un numero ancora imprecisato. «Le raffiche di vento hanno tranciato le cime di destra come un coltello, e la nave - racconta Andrea Morandi, agente marittimo della Superfast in Italia - si è spostata verso sinistra, danneggiando il portellone aperto e la prua». Danni non gravi ma che hanno reso nessario l'intervento della nave Ellenic Spirit della Anek Lines, per portare a Patrasso gli 800 passeggeri rimasti fermi. All'alba di ieri mattina invece, è stato trovato un peschereccio ribaltato in mare, in Sicilia. Dopo il naufragio, per un paio d'ore, i cinque galleggiavano uno vicino all'altro e parlavano per darsi forza. Poi le voci hanno cominciato a spegnersi e ne sono rimaste solo due, nel buio della notte. Finché intorno alle 3 di ieri l'equipaggio del peschereccio "Antonella Rosa" ha lanciato l'allarme e messo in salvo due superstiti: Giancarlo Esposto, 37 anni, e Baldassarre Giacalone, di 25, quest'ultimo ricoverato in rianimazione all'ospedale di Marsala. Più tardi una motovedetta della Capitaneria ha recuperato il cadavere di Vito Di Marco, 60 anni, proprietario della "Tre fratelli", barca di 6 metri e mezzo che si è rovesciata a 4 miglia da Capo Feto, davanti alla costa di Petrosino, tra Mazara del Vallo e Marsala, nel trapanese. Risultano dispersi i figli della vittima, Pietro e Daniele, due ragazzi di 23 e 20 anni.