Barbara Berlusconi: spazio ai quarantenni
L'avvicendamento dei vertici federali e la successiva scelta del nuovo ct apre il dibattitto tra rottamatori, conservatori e neutrali. Ad accebdere la miccia è stata Barbara Berlusconiin stile Renzi: «Il governo del calcio italiano va rifondato: spazio a quarantenni preparati. Non è solo un problema di persone, ma anche di regole Questa – ha sottolineato la vicepresidente del Milan – è una governance litigiosa, bloccata dai veti reciproci, che non funziona, che non ha visione, che non ha programma e che non ha a cuore la promozione del calcio italiano nel mondo». Barbara Berlusconi insomma non le manda a dire e va giù pesante. «Dopo due Mondiali in cui non abbiamo superato il primo turno e dopo che persino un campionato non ricco come quello portoghese ci ha superato, è giunta l'ora di cambiare. L'esempio del Portogallo dimostra che non è solo e sempre una questione di soldi, anzi». Il più deciso a prendere posizione a favore di un cambiamento radicale e di un ringionvanimento è il presidente del sindacato calciatori Damiano Tommasi. «Più che della cantera degli allenatori o dei calciatori, in questo momento nel calcio italiano serve una cantera dei dirigenti». «Tavecchio favorito? Prima di sapere chi vince e chi perde bisogna sapere chi sono i candidati – ha aggiunto –. Noi vorremmo Albertini? Non abbiamo fatto ancora una riflessione su questo argomento. Ma c'è la voglia di essere propositivi». Resta aperta la questione del ct, dopo le dimissioni di Cesare Prandelli. «È una prerogativa del presidente federale – ha spiegato –. C'è un'assemblea elettiva in vista». Di quella della vecchia guardia che hanno fatto mezzo passo indietro c'è Marco Tardelli. Rottamare sì ma con giudizio insomma. «Tavecchio conosce il mondo del calcio e il passato – dice l'ex azzurro – e io sono del parere che non bisogna rottamare solo chi ha la colpa di avere qualche anno più degli altri. Per me contano le idee, l'intelligenza e chi conosce le cose va tenuto e non rottamato». Insieme con il nuovo presidente della Federcalcio si dovrà anche cercare il dopo-Prandelli. Tardelli non fa nomi né lancia autocandidature, ma si limita a dire che «l'Italia ha bisogno di ritrovare una squadra. «Non caso – sottolinea – in Brasile stanno andando avanti le squadre che hanno grandi campioni e grandi fuoriclasse». Il problema dell'Italia è che latitano: «Noi abbiamo un solo fuoriclasse, Andrea Pirlo, e tanti ottimi giocatori. Mario Balotelli non è un fuoriclasse, ma non è colpa sua. Il problema sta tutto nella preparazione sbagliata...». Anche un uomo anni fa "sanguigno" come il presidente degli allenatori Renzo Ulivieri è prudente. «Le parole di Barbara Berlusconi? Non si tratta di scegliere i cosiddetti quarantenni, il cui concetto rievoca quello di rottamazione, ma servono persone preparate a capo della Federazione. Anche ventenni, purchè siano bravi. L'idea di rottamazione proprio non mi piace».Molto diplomatico infine Luca Pancalli, presidente del settore giovanile della Figc: «Io non scendo in campo. Nessuna ingerenza politica sulle scelte del calcio».