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san giusto Degrado e vandalismi nIn occasione della visita gratuita ai musei cittadini (ogni seconda domenica del mese), mi sono recato al Castello di San Giusto. Ho potuto vedere il degrado che lo circonda, erbacce e rampicanti ovunque, piante sempreverdi non potate e le varie pavimentazioni, sia in pietra, che asfalto (parte retrostante Castello) dissestate e oggetto di numerosi vandalismi. Anche il cortile delle milizie, attorno ai muri, erbacce e rifiuti vari. Non di meno i cippi e le lapidi, annerite e illeggibili e lo stato di completo abbandono delle vie, che conducono al colle, via della Cattedrale ad esempio, e i tanti cartelli con le scritte muri pericolanti, marciapiedi dissestati ecc. ecc. Sarebbe gradito un vostro articolo eloquente con foto, prima che il nostro amato colle divenga un Miramare 2. Il sindaco e, vari politici, hanno criticato l'abbandono del Parco di Miramare, ma San Giusto e vie adiacenti, non sono di competenza del comune? Se non ci sono i soldi, si impieghino i lavoratori socialmente utili o si crei una squadra di volontari o i simpieghi anche un gruppo di carcerati. Lucio Bevilacqua costume Troppe chiacchiere spesso a vuoto nL'Italia è l'unico paese al mondo in cui, da anni, giornalisti, attori, politici, opinionisti, cittadini comuni ed esperti di ogni risma denunciano, discutono e analizzano all'infinito, in tv, le numerosissime ingiustizie e storture che affliggono il Belpaese e il suo popolo. Si polemizza, si moraleggia, ci si accusa, ci si accapiglia… Di fronte a questa marea di chiacchiere, cosa fa il telespettatore italiano? Assiste con verve ed impegno a questi incredibili grotteschi "talk shows" televisivi quotidiani, agitandosi sulla sedia e schierandosi a favore di questo o quel parlatore. Quindi, dopo l'ultimo show serale, se ne va tranquillamente a letto. Il giorno dopo ne discuterà con amici e nemici. Le chiacchiere, insomma, generano altre chiacchiere. All'infinito…  Del resto da secoli, in Italia, si discute al bar, dal barbiere, nei salotti; senza che niente cambi in seguito  a questo "parlare per parlare", perché parlando di tutto si parla in realtà di niente. E ragionando in termini ideologici e spesso settari – come avviene in Italia, paese di Guelfi e Ghibellini – non ci si riesce a mettere d'accordo su nulla. Io ho la presunzione di essere riuscito a identificare la stortura maggiore - "la madre di tutte le storture" - che andrebbe immediatamente corretta in Italia per porre fine a questa assordante e ridicola incapacità degli italiani di scambiarsi delle idee. Secondo me, gli italiani dovrebbero imparare a rispettare quel minimo di regole elementari senza le quali gli scambi d'idee si trasformano immancabilmente in risse