Stuparich e Pavovich, violini di trincea su fronti contrapposti
"Violini in trincea": il suono del violino di Carlo Stuparich e di quello di Gianni Pavovich negli schieramenti contrapposti sul fronte della Prima guerra mondiale è il titolo dell'appuntamento proposto dal Museo Teatrale nella sede di palazzo Gopcevich, alle 20.30, in collaborazione con la Casa della musica. Nella collezione di strumenti musicali del museo sono conservati due violini di straordinario valore storico: sono quelli appartenuti a Carlo Stuparich, arruolatosi volontario nelle file dell'esercito italiano, e a Gianni Pavovich, sergente dell'esercito asburgico. Presentarli appaiati ne amplifica la potenza simbolica nel contesto di una rilettura dei fatti della Grande Guerra. Entrambi gli strumenti furono portati e suonati al fronte. Il loro suono si poteva ascoltare da una parte all'altra delle trincee contrapposte... Nelle esecuzioni dei giovani violinisti Christian Sebastianutto e Emanuele Bastanzetti, affiancati dal pianista Bruno Sebastianutto, la voce di questi due violini risuonerà dunque nuovamente allo Schmidl in una conferenza-concerto a cura di Stefano Bianchi e Marisandra Calacione, con la consulenza storica e la partecipazione di Fabio Todero. Realizzato a Trieste da Eugenio Weiss nel 1892 e donato al museo nel 1990 da Giovanna Stuparich Criscione, il violino di Stuparich è stato recentemente restaurato da Antenore Schiavon con il contributo dell'Inner Wheel Club di Trieste. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Stuparich si arruola volontario come ufficiale dei Granatieri, assieme al fratello Giani e all'inseparabile amico Scipio Slataper. Il 30 maggio del 1916, circondato dal nemico sull'Altopiano di Asiago, si uccide, a soli 23 anni di età, per non cadere prigioniero. Nato a Smirne, in Turchia, l'11 aprile del 1897, allievo a Trieste della Scuola di Arturo Vram fino al 1910, Pavovich studia successivamente a Budapest. Arruolato nell'esercito austro-ungarico allo scoppio della Grande Guerra, riesce a costituire una piccola orchestra suonando il suo violino anche sulla linea del fronte. A guerra finita, Pavovich assume il primo leggìo del celebre Quartetto Triestino e quello di primo violino di spalla nell'Orchestra della Scala sotto la bacchetta di Arturo Toscanini, prendendo parte a 120 concerti tra Italia, Stati Uniti e Canada. Negli anni successivi alterna l'attività solistica a quella di docente al Conservatorio Tartini, quale titolare della cattedra di violino dal 1925 al 1967, e a quella di primo violino di spalla nell'Orchestra del Verdi. Firmato da Pietro Ranta e datato Brescia 1733, il violino di Pavovich è confluito nelle raccolte del museo grazie alla donazione di Maria Teresa Portaluri. L'iniziativa viene offerta gratuitamente ai visitatori in possesso del normale biglietto di ingresso al museo. In concomitanza con la conferenza-concerto, il museo sarà aperto dalle 20 alle 23.