Radin e Tremul restano in sella con il 56%
POLA Il pronostico alla fine è stato rispettato. Alle elezioni di domenica scorsa, per scegliere le nuove strutture dirigenziali dell'Unione italiana, gli elettori scelto la continuità confermando la fiducia ai due massimi dirigenti uscenti: il presidente Furio Radin e quello e della giunta esecutiva Maurizio Tremul. Ma la vittoria non è stata così netta. La lista "Orgoglio italiano", infatti, ha ottenuto il 56% dei voti, il resto è andato agli sfidanti di "La svolta". Una lista capitanata di Gianclaudio Pellizzer di Rovigno, contrapposto a Radin, e di Astrid Del Ben di Isola, che invece era in corsa per la carica di presidente dell'esecutivo. Pellizzer e Del Ben hanno in particolare ottenuto un buon risultato a Rovigno e anche Fiume, oltre che in alcune piccole realtà. Rispetto a quattro anni fa "Orgoglio italiano" ha riconquistato la Liburnia, Spalato e la Slavonia occidentale guadagnando posizioni a Verteneglio. Nella prima dichiarazione a caldo dopo il voto, Radin si è detto compiaciuto del risultato. «Andiamo avanti percorrendo i vecchi sentieri - spiega il riconfermato presidente dell'Unione italiana - dando sempre un grande sostegno alle nostre istituzioni specie alle Comunità degli italiani che noi vorremmo sempre più frequentate, non solo dai connazionali». Ma Radin si è soffermato anche sulla bassa affluenza registrata alle urne con appena il 24% degli aventi diritto al vioto («la disaffezione dei cittadini riguarda le elezioni di ogni genere, da quelle per l'Europarlamento in giù»), non mancando anche di richiamare l'attenzione su quello che definisce un «elenco elettorale gonfiato in alcune comunità». Sugli elenchi degli iscritti, secondo il riconfermato presidente, figurano complessivamente 38.000 soci «però solo 22.000 hanno diritto di voto, quelli che al censimento si sono dichiarati italiani». Radin parla di «incongruenza che va poi a incidere in maniera determinante sulla percentuale di adesione alle urne», per cui bisognerebbe fare un po' di ordine. Fra gli sfidanti anche Pellizzer, oltre a fare gli auguri di rito ai vincitori, si dice soddisfatto del risultato ottenuto. «Peccato che i connazionali non abbiano apprezzato l'impegno mio e di Astrid Del Ben - aggiunge - in modo da portare una ventata di novità all'interno dell'Unione italiana che vorremmo più snella e sburocratizzata». E aggiunge: «Avevamo anche dei programmi particolari per i giovani e per gli anziani - spiega uno dei protagonisti della lista "La svolta" - ma purtroppo è andato male...». Il riferimento è ovviamente alle regole statutarie che, nonostante il 44%, escludono Del Ben e Pellizzer dalla futura Assemblea dell'Unione italiana, di cui nel mandato scorso - assieme a Luciano Monica, non ripresentatosi al voto - erano il riferimento dell'opposizione che pertanto dovrà individuare nuovi esponenti. E sempre sull'esito del voto non sono ancora ufficiali i nome dell'Assemblea composta da 74 seggi. I dati sono ancora in fase di elaborazione. Una campagna elettorale dura e avvincente con il maggior interesse per l'organismo dimostrato a Fiume dove per i sei posti di consigliere si sono dati battaglia 21 candidati. (p.r.)