Primo trimestre in rosso per Cir
MILANO L'investimento della famiglia De Benedetti in Sorgenia è stato «un insuccesso», ma Cir è «determinata a ripartire». Lo sottolinea il presidente del gruppo, Rodolfo De Benedetti, nel giorno dell'assemblea dei soci e dei conti trimestrali. La controllata nell'energia, alle prese con la ristrutturazione del debito, chiude i primi tre mesi del 2014 con una perdita di 14,6 milioni e ricavi in calo del 25% a 475 milioni, e continua a pesare sul bilancio di Cir. Il gruppo infatti riduce i ricavi a 1,06 miliardi di euro (-13,8%) e segna un rosso di 2,6 milioni (da un utile 6,4 milioni nello stesso periodo 2013). L'imprenditore guarda al futuro con «rinnovata fiducia», perché Cir è un gruppo «solido e ha nel suo portafoglio aziende di valore». Per cui «potrà tornare presto a generare valore per tutti gli azionisti». Il rilancio è nelle mani dell'ad Monica Mondarini, nominata un anno fa, mentre nel board, accanto a Rodolfo entrano i fratelli Edoardo e Marco. Il capofamiglia e fondatore, Carlo De Benedetti, lascia il Cda dopo circa 38 anni, rimanendo presidente onorario. Quanto al debito di Sorgenia, a breve dovrebbe chiudersi l'accordo tra soci e banche creditrici che, secondo l'ipotesi sul tavolo, assumerebbero il controllo della società energetica. «La soluzione attualmente in discussione garantisce la continuità dell'azienda che è sicuramente la priorità per tutti», sostiene Rodolfo De Benedetti, che non aggiunge altro sullo stato della trattativa, ma ribadisce che la discussione è in fase avanzata e «porterebbe all'uscita della società dal perimetro di consolidamento di Cir». Dopo l'eventuale accordo, «vari passaggi sarebbero ancora necessari e il completamento dell'intera operazione di ristrutturazione richiederebbe comunque alcuni mesi». Pur riconoscendo che l'investimento effettuato non ha portato creazione di valore per Cir, come sperato, De Benedetti ritiene che il gruppo ha avuto molto coraggio, alla fine degli anni '90, ad affacciarci nel settore dell'energia dando vita a una nuova impresa, insieme a Verbund. Sorgenia «è stata una storia di crescita e di creazione di valore per dieci anni (raggiungendo un fatturato di oltre 2 miliardi e creando circa 500 posti di lavoro diretti). Sfortunatamente - conclude l'imprenditore - negli ultimi anni è stata progressivamente e violentemente investita dalla crisi senza precedenti».