Marinelli saluta Trieste «Per la A1 ci vuole tempo»

di Riccardo Tosques wTRIESTE Un divorzio per molti versi annunciato, ma che comunque sta destando stupore. Dopo ben 9 anni di successi, gioie e delusioni Ugo Marinelli non è più l'allenatore della Pallanuoto Trieste. Un addio voluto dal sodalizio del presidente Enrico Samer per cercare di dare una svolta a una squadra che da 5 anni sta cercando di approdare nella massima serie della waterpolo italiana. «Sono stato avvisato subito dopo la sconfitta a Roma nella gara di ritorno dei playoff, ma penso che la decisione fosse stata già presa prima. Credo che dopo nove anni separarsi sia una cosa normale. La società ha preferito cambiare, direi che è comprensibile», racconta Marinelli, dispiaciuto ma sereno. Per il quinto anno la Pallanuoto Trieste si è arresa nella semifinale playoff. Quasi una sindrome oramai per gli alabardati. «In questi anni non abbiamo mai avuto una squadra da serie A1, quindi non ho nessun rammarico. Per essere promossi sono sempre mancati i giocatori di esperienza. La società ha preferito puntare sui giovani ed è un progetto che sicuramente darà i suoi frutti, ma tra qualche anno», prosegue Marinelli. Quest'anno però la squadra non ha brillato come nella passata stagione. «Siamo comunque arrivati secondi, magari con fatica, ma ci siamo arrivati. Nelle due gare playoff disputate contro la Roma Vis Nova non abbiamo brillato. Soprattutto la vecchia guardia mi ha deluso. A parte Krizman, che per tutto l'anno era come se non ci fosse stato, devo dire che solo i giovani hanno reagito bene. Ma non è bastato: direi che è proprio mancata la voglia di vincere, non saprei dire perché ma è andata proprio così». In 9 anni Marinelli ha visto una crescita costante del sodalizio. «Sicuramente questa società ha i mezzi per andare in serie A1. Il presidente Samer offre delle garanzie economiche solide, il vicepresidente Colautti, che assieme a me ha costruito questo progetto, ha una grande esperienza tecnica. E poi ci sono questi giovani, ogni anno sempre più competitivi». Tra i risultati cui Marinelli è più legato in questi anni non vi è alcun dubbio sul quale scegliere. «La salvezza conquistata nel 2009, ossia nel primo anno di serie A2. Un risultato incredibile, perché ottenuto in un campionato difficilissimo. Devo dire che con il senno di poi siamo riusciti a compiere un miracolo». L'allenatore fiumano prova ora a tracciare il suo futuro: «Io spero di rimanere all'interno della Pallanuoto Trieste. Ho parlato col presidente Samer e mi è stato detto che bisogna vedere se ci sarà ancora spazio per me. Me lo auguro davvero». ©RIPRODUZIONE RISERVATA