Qualcuno li ha aspettati invano sotto un albergo
TRIESTE Blindatissimi i Pearl Jam: impossibile conoscere nel dettaglio le ore della loro permanenza a Trieste. Alle 16 del pomeriggio ancora non sono arrivati, il soundcheck viene effettuato in precedenza da membri dello staff. Non si può parlare di vera e propria giornata triestina: Eddie Vedder e soci sbarcano soltanto per il concerto. Arrivano qualche ora prima e rimangono nella zona a cui in pratica non ha accesso nessuno. Non è dato sapere come impieghino il loro tempo prima del live. Quasi sicuramente non riescono a visitare Trieste come hanno fatto invece nella loro più famigliare Milano: sono visibili in rete alcune foto dello shopping in Via Monte Napoleone in occasione dell'esibizione a San Siro. Il frontman dei Pearl Jam in quegli scatti sembra un comunissimo turista americano: occhiali da sole, cappellino con visiera, t-shirt e camicia a scacchi aperta (in piena tradizione grunge) e shorts. Una imponente body guard li accompagnava nelle vie milanesi, ma la band si è tranquillamente fermata a firmare autografi e prestarsi generosamente agli scatti dei fans. I Pearl Jam sono notoriamente molto disponibili alla stretta di mano e alla gentilezza nei confronti del pubblico, al tempo stesso sono molto riservati e non hanno mai puntato molto sulla comunicazione fatta di gossip e grossa esposizione mediatica. La stessa riservatezza ha contraddistinto la data triestina: davvero difficile raccogliere anche la più piccola indiscrezione. Lo staff della band ed anche quello locale è stato istruito a tutelare tale riservatezza: anche chi sa, per etica professionale, non può raccontare. Alcune indiscrezioni dicono che la band non si fermi in città per la notte, mentre la crew dovrebbe risiedere all'Hotel Savoia. Altri dicono che ci sia un altro prestigioso hotel cittadino prenotato per il gruppo. Ma nessuno conferma o smentisce. Nel frattempo, già nel pomeriggio, alcuni fan speranzosi assediano l'entrata del Savoia. Elisa Russo